WWF, stretto accordo con Huawei per la salvaguardia dell’ambiente. Al centro anche le tecnologie per l’agricoltura 4.0
Sviluppo sostenibile in agricoltura e salvaguardia della biodiversità attraverso la tecnologia, tramite l’utilizzo delle più recenti innovazioni tecnologiche 4.0 e dei sistemi cloud: potrebbe essere riassunta così la collaborazione tra il colosso tecnologico Huawei e il WWF, parte della nuova edizione di “Nature Guardians”. Si tratta di un progetto che avrà la durata di circa […]
Sviluppo sostenibile in agricoltura e salvaguardia della biodiversità attraverso la tecnologia, tramite l’utilizzo delle più recenti innovazioni tecnologiche 4.0 e dei sistemi cloud: potrebbe essere riassunta così la collaborazione tra il colosso tecnologico Huawei e il WWF, parte della nuova edizione di “Nature Guardians”. Si tratta di un progetto che avrà la durata di circa un anno, prevede l’utilizzo dei dispositivi Rainforest Connection (RFCx) di monitoraggio bioacustico e di una piattaforma basata su Cloud e AI per la registrazione continua dei suoni all’interno di otto Oasi WWF selezionate.
Tra queste troviamo quelle di Valle dello Sporeggio (TN), Bosco di Vanzago (MI), Ghirardi (PR), Ripabianca di Jesi (AN), Calanchi di Atri (TE), Lago di Penne (PE), Monte Sant’Elia (TA), Lago Preola e Gorghi Tondi (TP). L’obiettivo è chiaro: raccogliere dati utili a valutare la relazione tra le diverse pratiche agricole e la conservazione della biodiversità naturale. Il progetto “Nature Guardians” è nato quattro anni fa dall’iniziativa congiunta di Huawei e dell’organizzazione no-profit Rainforest Connection (RFCx), si inserisce nell’ambito di TECH4ALL, il programma globale dell’azienda che pone la tecnologia al servizio dell’ambiente e delle persone con numerosi progetti portati avanti in tutto il mondo insieme a partner locali e internazionali con l’obiettivo di promuovere la conservazione della natura e l’inclusione digitale.
“Nature Guardians”, la tecnologia Huawei-WWF al servizio dell’agricoltura e della biodiversità
L’obiettivo è di realizzare un sistema di registrazione automatica con network di sensori finalizzato alla localizzazione di sorgenti sonore e al riconoscimento delle specie animali, per avere, in definitiva, un sistema di monitoraggio permanente negli ambienti naturali. Anche in questo scenario, la trasformazione digitale che si rileva, non richiedendo il monitoraggio diretto da parte di un esperto bioacustico, consentirà di mettere a disposizione degli studiosi una quantità di dati molto maggiore – per estensione e durata delle misurazioni – rispetto a quanto si ricava tradizionalmente dalle attuali tecniche di monitoraggio basate sull’intervento umano in campo.
24 dispositivi “RFCx Edge Audiomoth” verranno installati in queste Oasi WWF che, dalle Alpi alla Sicilia, accolgono meleti, vigneti, uliveti, agrumeti, campi di grano e altri terreni destinati alla coltivazione di cereali e ortaggi, e lavoreranno offline immagazzinando i suoni di questi ecosistemi che successivamente verranno analizzati e studiati consentendo di ampliare notevolmente le attuali conoscenze sulle caratteristiche e le tendenze della biodiversità negli agroecosistemi italiani.
I commenti
“Come Huawei sposiamo gli obiettivi del Green Deal europeo e la strategia ‘Dal Produttore al Consumatore’ e, pertanto, offriamo il nostro sostegno ponendo la nostra tecnologia al servizio di tali obiettivi. Con questo progetto vogliamo contribuire alla realizzazione di un sistema agroalimentare più sostenibile, preservando la ricchezza e la varietà di habitat e specie selvatiche presenti negli ambienti agricoli in Italia”, ha dichiarato Wilson Wang, CEO di Huawei Italia. “Crediamo che il digitale possa giocare un ruolo importante nella conservazione della biodiversità, fattore fondamentale per la tutela dell’ambiente e il benessere delle generazioni future, e la nostra rinnovata partnership con il WWF ci ha fornito nuovi e stimolanti campi di applicazione”.
L’agricoltura intensiva industriale sta avendo impatti devastanti sulla biodiversità: le sue diverse filiere, infatti, sarebbero responsabili di quasi l’80% della deforestazione globale, utilizzerebbero il 60% delle acque dolci a nostra disposizione per le attività essenziali e contribuirebbero al 23% delle emissioni di gas che stanno alterando il clima provocando numerosi eventi catastrofici a danno del pianeta.
“La biodiversità è il fondamento del nostro sistema di produzione alimentare, all’interno del quale la coesistenza armonica di diversi organismi garantisce la sua capacità di reagire positivamente alle minacce di eventi esterni quali inquinamento, cambiamenti climatici e distruzione degli habitat naturali”, ha aggiunto Benedetta Flammini, Direttrice Marketing e Comunicazione di WWF Italia.
“Grazie alla rinnovata collaborazione con Huawei e Rainforest Connection, condurremo indagini bioacustiche che ci consentiranno di confrontare la biodiversità nelle aree agricole delle Oasi WWF gestite con metodo biologico con quella presente in aree agricole limitrofe gestite con metodi convenzionali, dipendenti dall’uso di sostanze chimiche di sintesi come pesticidi e fertilizzanti, al fine di individuare le pratiche migliori per rendere l’agricoltura del futuro sempre più sostenibile e rispondente alle esigenze della natura e delle persone”.