Le donne e le imprenditrici del settore del vino italiano hanno organizzato nel contesto di Vinitaly, la fiera dedicata al comparto svoltasi dal 10 al 13 aprile 2022 a Veronafiere, un flash mob per chiedere lo stop delle ostilità in Ucraina. L’iniziativa, organizzata dalla Coldiretti con le imprenditrici vitivinicole in rappresentanza di tutte le regioni, si è svolta presso gli stand di Casa Coldiretti, in occasione della giornata di chiusura del Vinitaly, per mandare un messaggio di vicinanza alle popolazioni colpite dal brutale conflitto scoppiato lo scorso 24 febbraio. Tutte indossano della magliette rosa – spiega la Coldiretti – mentre sui cartelli di legge “Il vino unisce non divide”, “Brindiamo col vino della Pace”, “I colori del vino: i colori della pace”, “Putin, facciamo la pace”. Rosa anche il prodotto simbolo della manifestazione, il vino rosato nelle più diverse varietà territoriali.

Vino, le donne del settore alzano la voce contro la guerra in Ucraina. Numerose le difficoltà al comparto causate dal conflitto

Le sanzioni inflitte da Stati Uniti e UE nei confronti del paese invasore, combinate alle turbolenze dei costi delle materie prime e dell’energia, stanno avendo gravi ripercussioni sul settore del vino italiano, che proprio in Russia esporta grandi quantità di bottiglie. L’Italia è infatti il primo Paese fornitore di vino in Russia, con una quota di mercato di circa il 31%, davanti a Francia, Georgia e Spagna. A Mosca sono finite nel 2021 – sottolinea Coldiretti – ben 78,3 milioni di bottiglie, di cui 32 milioni di spumante. Il vino più gettonato nel Paese di Putin è sicuramente il Prosecco con 14 milioni di bottiglie ma piace molto anche l’Asti spumante che esporta 9 milioni di bottiglie, pari al 16% delle vendite totali sui mercati esteri, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat.

Ora, il combinato disposto di sanzioni finanziarie, tensioni sul commercio internazionale, svalutazione del rublo hanno creato difficoltà perfino nei pagamenti per gli ordini già effettuati. Difficoltà a cui si aggiunge anche il blocco delle esportazioni dei beni di lusso varato dall’Unione Europea per colpire gli oligarchi russi. Si tratta infatti di misure hanno preso di mira le vendite di bottiglie sopra il valore di 300 euro ad articolo andando a colpire una selezione ristretta di vini italiani, come ad esempio alcune bottiglie di Sassicaia, Barolo, Amarone, Brunello di Montalcino che possono in alcuni casi superare il limite.

“Il senso di responsabilità e di solidarietà appartiene da sempre al mondo delle donne ed in particolar modo degli agricoltori. In un momento difficile come questo, senza precedenti, dove ognuno di noi deve cercare di dare il proprio contributo alla popolazione ucraina – afferma la responsabile di Coldiretti Donne Impresa Chiara Bortolas – ci sembra opportuno smuovere le coscienze anche attraverso azioni simboliche come un flash mob per denunciare le brutalità dei conflitti e per gridare in nostro no alla guerra. Inoltre come donne e imprenditrici agricole, non possiamo non immedesimarci nel dolore delle tante madri costrette a fuggire dalle proprie case e che oggi si trovano a dover abbandonare i propri compagni per portare in salvo i loro figli. A tutta la popolazione dell’Ucraina va il nostro più sentito sostegno”.

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