Versilia, per ricostruire dopo gli incendi serviranno 10 mln €. Confagricoltura: «Per tornare alla normalità passeranno 50 anni»
La sigla: "Occorre pianificare, in modo intelligente: prima mettere in sicurezza quante più aree possibili, poi imparare a sfruttare le potenzialità offerte"
L’Italia è investita dai bollori, e non solo da quelli dell’ennesima crisi politica che ha travolto le istituzioni e costretto il premier Mario Draghi a rassegnare le dimissioni al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La piaga degli incendi, acuiti dal caldo record che in questa settimana ha raggiunto punte oltre i 40 gradi in tante città, sta continuando a flagellare in lungo e in largo tutta la Penisola, dal gravissimo rogo nell’est del Friuli (che ha portato anche alla chiusura provvisoria di un tratto dell’A4), alla Sila in Calabria fino ad arrivare al recente incendio che si è sviluppato in Versilia e che ha mandato in fumo oltre 600 ettari di macchia mediterranea, con danni incalcolabili agli ecosistemi locali e a tante attività agricole.
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Un’estate rovente, dunque, che ha peggiorato gli effetti degli incendi, anche dolosi, che ciclicamente investono il nostro Paese. Secondo Confagricoltura Toscana, a causa del rogo che in pochi giorni ha raso al suolo centinaia di ettari di vegetazione in Versilia, ci vorranno oltre 50 anni per tornare alla normalità e far sì che l’ecosistema distrutto raggiunga un nuovo equilibrio. Secondo le stime di Confagricoltura, ha aggiunto il presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri, “servirà un investimento di dieci milioni di euro per ricreare il verde andato in fumo: sette per ricreare l’area boschiva e tre per la manutenzione. L’area boschiva significa porre attenzione sulla manutenzione del sottobosco, sulla potatura, sui tagli della coltura e sulle opere di regimentazione idraulico-forestale”.
“Il clima ci sta mandando segnali da non sottovalutare – ha concluso -. Le foreste coprono oltre un terzo della superficie dell’Italia, non ci vuole un genio per capire che se le foreste hanno problemi ne risentono tutti. Occorre pianificare, in modo intelligente: prima mettere in sicurezza quante più aree possibili, poi imparare a sfruttare le potenzialità offerte. Chi pensa che il problema dei boschi sia solo per chi abita nelle zone limitrofe ai boschi ha una visione miope e poco lungimirante”.