Dall’Europa fino all’Italia: si allarga la protesta degli agricoltori che, al seguito dei propri trattori, sono scesi in piazza per avanzare alcune rivendicazioni nate dalla difficoltà in cui versa tutto il settore a livello nazionale. Dopo il caso di Palermo la scorsa settimana e di altre città italiane ieri (Bologna e Frosinone), oggi 23 gennaio gli agricoltori si sono radunati nei sobborghi di Verona per lanciare un grido di allarme.

Alcune delegazioni provenienti da tutto il Veneto e dal bresciano si sono date appuntamento stamane nei dintorni della zona dell’Interporto Quadrante Europa, dove si trova anche il Mercato Ortofrutticolo di Verona. Si è registrato qualche disagio alla viabilità, ma soltanto in loco, senza ripercussioni sul centro cittadino. Il ritrovo è stato organizzato autonomamente, senza il supporto delle sigle sindacali e associative. Infatti, nonostante la vicinanza espressa da alcune sigle di settore alle proteste tedesche che a inizio 2024 sono dilagate nelle principali città della Germania, non è stata proclamata alcuna mobilitazione nazionale.

Ma all’interno del movimento spontaneo parrebbero esserci già polemiche sulla paternità di queste azioni. La maggior parte delle proteste di questi giorni sono state indette dall’autoproclamato “Comitato degli Agricoltori Traditi” (C.R.A.), una sorta di iniziativa che ha unito agricoltori da tutta Italia, accomunati dal malcontento nei confronti delle politiche comunitarie e nazionali legati al settore primario. Gli organizzatori delle proteste veronesi, tuttavia, hanno precisato che la loro iniziativa non è legata al sedicente C.R.A.

Quella veronese è, piuttosto, di un’azione organizzata spontaneamente dagli imprenditori agricoli locali per chiedere all’Italia e all’UE un cambio di rotta decisivo nei confronti delle pratiche che, a detta loro, stanno mettendo in pericolo la sopravvivenza del settore: dalla riduzione dei sussidi per il gasolio agricolo all’introduzione sul mercato di cibi che minano le produzioni agricole storiche. Tra le richieste, nello specifico, una nuova legge sui costi di produzione, nuove misure a tutela dei prodotti italiani, revisioni delle norme europee per il raggiungimento della neutralità climatica (e l’abbattimento dei sussidi legati al gasolio agricolo) e nuovi contributi per far fronte al crollo della redditività.

Nel pomeriggio gli organizzatori della protesta si sono recati presso la prefettura per illustrare le ragioni che li hanno portati a scendere in piazza. Durante la giornata il presidio vicino al Mercato Ortofrutticolo è stato tenuto sotto stretta sorveglianza dalle forze dell’ordine.

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