Novembre 2002. Allo stand Valtra dell’Eima di Bologna arriva il Valtra T 190, il primo trattore col nuovo look che caratterizzerà tutta la produzione finlandese per parecchi anni. Sfoggiava un design che rappresentava dal punto di vista stilistico una vera e propria rottura rispetto al passato, fatto di linee squadrate e poco attraenti. E in più c’era la possibilità di scegliere la vernice della carrozzeria tra cinque colori disponibili, anche metallizzati, consentendo di personalizzare in fabbrica il proprio trattore.

Valtra T 190

Ma il Valtra T 190 non era solo bello, anzì, le migliori peculiarità erano sotto pelle. A muoverlo era il Sisu 74 Eta con regolazione elettronica dell’iniezione, in grado di dialogare col cambio. 

Valtra T190. L’aiuto del Sigma Control

Denominato ‘Sigma Control’ il sistema di controllo elettronico del motore consentiva di mantenere costante la velocità anche al variare del carico. 189 i cavalli in potenza massima con un extra power di altri 20 per l’utilizzo alla pto. In abbinamento al propulsore finlandese operava il collaudato powershift Hi-Tech da 12 rapporti sincronizzati e tre gamme per un totale di 36 marce in entrambi i sensi.

Valtra T 190

L’unità consentiva l’utilizzo sia in manuale che in automatico, lasciando nel secondo caso al computer la scelta del giusto rapporto per ottimizzare prestazioni e consumi.

Sospensioni pneumatiche e guida retroversa

Altra peculiarità Valtra già molto apprezzate erano le sospensioni pneumatiche dell’assale anteriore, di derivazione camionistica, e la guida retroversa con azionamenti sdoppiati nella parte posteriore della cabina. Tramite un comando a leva l’intera postazione di guida ruotava di 180 gradi permettendo all’operatore di lavorare frontalmente procedendo in retro. 

Valtra T 190

Caratteristica che rendeva e rende tuttora i Valtra particolarmente adatti ai lavori forestali. Al capitolo idraulica il  T 190 sfoggiava una pompa da 96 litri che azionava il sollevatore elettronico posteriore da 7.700 chili su tutta la corsa.

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