“Poche direttive veramente utili per la ripartenza post alluvione e contoterzisti agromeccanici dimenticati”. A poco meno di un mese dalla devastante alluvione che ha travolto l’Emilia-Romagna (e per cui il Governo ha già stanziato 2 mld €), in una lettera inviata al ministro Lollobrigida, Uncai lancia l’allarme sull’assenza di interventi dedicati al comparto degli agromeccanici. L’invito al Masaf da parte del presidente della sigla Tassinari è quello di pianificare le operazioni necessarie alla definizione dei danni e delle fasi di ripristino andando incontro alle esigenze concrete delle aziende.

Pur apprezzando quanto sin qui fatto dall’assessore all’agricoltura della Regione Emilia-Romagna Alessio Mammie il DG Agricoltura Valtiero Mazzotti, Uncai evidenzia come manchino “direttive che orientino le aziende agricole in merito alle operazioni ordinarie da eseguire sulle colture danneggiate, alle operazioni straordinarie sulle colture arboree, alle bonifiche e alle altre doverose operazioni fondiarie”.

Uncai: cosa devono fare i contoterzisti romagnoli?

Il presidente Tassinari chiede, dunque, come devono comportarsi gli agricoltori. È necessario che attendano che qualche tecnico vada presso i centri aziendali a verificare l’effettivo danno? Possono mettersi già all’opera per ripristinare i campi e impostare le colture autunnali o, in caso di colture arboree, per smantellare e successivamente ripristinare gli impianti? Ci si chiede come saranno calcolati i danni e i risarcimenti qualora l’agricoltore si presti alla lavorazione dei terreni. Sono tenuti ad attendere il sopralluogo di un tecnico o possono iniziare a programmare il 2024?

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“Se c’è la volontà che l’agricoltura romagnola salvi almeno la prossima annata, l’azienda agricola dovrebbe essere invitata a chiamare subito il suo contoterzista agromeccanico di fiducia per svolgere tutta una serie di lavori straordinari urgentemente. Per esempio, nel caso degli alberi da frutta, occorre estirpare le piante morte, arare profondamente, rimuovere il limo depositato, bonificare il terreno e ripristinare le quote di campagna cancellate dall’alluvione, comprese strade e capezzagne. Solo dopo tutte queste operazioni agromeccaniche, che non si possono fare con i piccoli trattori degli agricoltori, ma con le macchine specializzate dei contoterzisti, si potrà procedere a nuovi impianti, sempre avvalendosi dei contoterzisti. La ripartenza passa da questo tipo di riflessioni e decisioni”, prosegue la lettera.

Non si possono dunque omettere i contoterzisti dal calcolo dei danni e dei ristori: “Con tutto il rispetto per gli agriturismi, previsti nei provvedimenti, i contoterzisti muovono un’economia ben più grande e fondamentale. Dall’alluvione i contoterzisti hanno subito danni diretti alle macchine e alle infrastrutture. A questi si aggiungeranno danni indiretti, perché, se non si mette in moto la macchina organizzativa con le direttive sopra abbozzate, nel 2023 i contoterzisti fattureranno poco o nulla mancando loro trebbiature e lavorazioni importanti come cimature, estirpi e falciature”, conclude Tassinari.

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