UNCAI, positivo l’insegnamento di smart farming e IoT negli istituti tecnici previsto nel DDL Innovazione. Ma mancano gli agromeccanici
Nonostante l'accoglienza positiva della misura, la sigla dei contoterzisti ha rivolto un appello al presidente della Commissione Agricoltura affinché anche gli agromeccanici vengano inseriti tra i destinatari del provvedimento
Sul tavolo della Commissione Agricoltura in Senato è arrivato il Disegno di Legge 2544 su Disposizioni per l’innovazione e il trasferimento tecnologico nel settore agricolo, agroalimentare e forestale. In soldoni, si tratta del cosiddetto “DDL Innovazione e tecnologia”, al cui interno confluiscono numerose proposte legate all’innovazione e al ruolo del 4.0 in ambito agricolo. Ma tra i destinatari della proposta, ancora una volta, come si apprende da una nota di UNCAI, non sembrano esserci riferimenti agli agromeccanici.
“Pieno appoggio alla volontà di introdurre lo studio delle discipline smart farming e IoT nei curricula didattici degli istituti tecnici statali con indirizzo ‘Agraria, agroalimentare e agroindustria’ e ‘Informatica e telecomunicazioni’. Proposta avanzata anche da Uncai un anno fa”, ha esordito il presidente di UNCAI Aproniano Tassinari. “Facciamo però appello ai componenti della Commissione Agricoltura , e in particolare al suo presidente Gianpaolo Vallardi, di integrare il testo del disegno di legge inserendo tra i suoi destinatari gli agromeccanici, definiti solo pochi giorni fa dal ministro Stefano Patuanelli come “contoterzisti dell’innovazione”.
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La norma nasce, infatti, per incentivare e attuare su tutto il territorio italiano progetti per l’innovazione e il trasferimento tecnologico nel settore agricolo, agroalimentare e forestale, stimolando investimenti coerenti con lo sviluppo dell’agricoltura di precisione.
“È noto come, da sempre, gli agromeccanici siano una leva formidabile per introdurre, su vasta scala e in tempi rapidi, ogni genere di innovazione in agricoltura. Il loro ruolo è confermato da tutti gli esperti del settore. Purtroppo però questo nei provvedimenti legislativi viene dimenticano”, aggiunge il presidente dell’Unione Nazionale Contoterzisti che sottolinea come in questi casi occorra intervenire a livello sindacale. Per esempio, nell’articolo 2 lettera i) si collegano esclusivamente smart farming e azienda agricola, nonostante le lavorazioni in campo che più beneficiano degli strumenti di precisione e digitali, come semine, trattamenti e raccolta, siano ad appannaggio delle aziende agromeccaniche con percentuali che vanno dal 60 al 90%.
“L’affidamento conto terzi non è un male necessario, come si diceva decenni fa seguendo una linea di pensiero debole, ma perché conviene all’agricoltore dal punto di vista economico, produttivo e organizzativo”, aggiunge Tassinari che chiede di integrare oltre all’articolo 2, anche l’articolo 4 lettera e) “perché i dati agricoli, geospaziali e ambientali .necessari a realizzare una banca dati nazionale sono raccolti soprattutto dalle imprese agromeccaniche”.
Ma all’interno del DDL andrebbe inserito anche l’articolo 8 lettere b), c) e i) perché “i maggiori costi per la digitalizzazione e per impiegare dispositivi e tecniche di precisione per la riduzione di fitofarmaci e fertilizzanti gravano sulle spalle anche dei contoterzisti e perché anche gli agromeccanici devono affrontare un problema di ricambio generazionale. Inoltre, sempre in merito all’articolo 8, al comma 3, per UNCAI occorre aggiungere le imprese conto terzi tra i destinatari dei fondi messi a disposizione “per una professionalità sempre più riconosciuta e riconoscibile attraverso albi di categoria regionali che vorremmo riuniti in uno nazionale”.
“Le relazioni tra agricoltura, società e ambiente sono cambiate considerevolmente. I sistemi produttivi devono rispettare le tre dimensioni della sostenibilità: ambientale, economica e sociale. Emergono così nuove sfide dove il nuovo paradigma produttivo smart non può più tralasciare gli agromeccanici”, conclude il presidente Tassinari.