Contoterzisti a muso duro contro le politiche dell’Unione Europea. A poco meno di una decina di giorni dalle elezioni che hanno cambiato gli equilibri politici del Vecchio Continente – con l’estrema destra in grande crescita in quasi tutti gli Stati membri – il Consiglio UE ha votato a favore della legge per il ripristino della natura, in linea con i principi del Green New Deal sottoscritto anni fa dalla giunta uscente. Una mossa che ha destato non pochi malumori all’interno del settore primario, con alcune sigle che già hanno espresso la propria contrarietà a quanto contenuto nella cosiddetta ‘Nature Restoration Law’.

In sostanza, per Uncai questa proposta approvata dal Consiglio Ambiente dell’UE potrebbe compromettere il potenziale produttivo del settore primario, imponendo ulteriori oneri ad agricoltori, e a cascata ai contoterzisti, minando la produttività, la sicurezza degli approvvigionamenti e i prezzi equi per i consumatori. Per Uncai ripristinare almeno il 20% delle aree terrestri e marine dell’UE entro il 2030 e tutti gli ecosistemi degradati entro il 2050 – questi i principali obiettivi della misura – richiede un approccio oculato. Soprattutto se si considera che agricoltori e contoterzisti affrontano già le sfide del cambiamento climatico ed erosione del suolo per preservare la biodiversità e il paesaggio, garantendo cibo sano e di qualità.

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UE per il ripristino della natura. Il commento di Tassinari

“L’esito delle elezioni europee aveva rappresentato un chiaro e democratico invito alle istituzioni europee di ‘pensare diversamente’, ripartire dal foglio bianco e aprire un nuovo capitolo senza trascinare vecchi e contestati dossier. Tuttavia, sembra che le strategie del Green Deal stiano già tornando in auge, proseguendo la costruzione di una muraglia invalicabile tra Bruxelles e volontà popolare. Anziché Think Different, Think Same continua a guidare le decisioni”, ha esordito il presidente di UNCAI Aproniano Tassinari in una nota piuttosto polemica nei confronti della mossa del Consiglio UE.

“Nonostante alcuni miglioramenti rispetto alla prima stesura, il testo rimane insoddisfacente. Non tutela adeguatamente la superficie agricola e non prevede fondi sufficienti per raggiungere gli obiettivi fissati”, prosegue Tassinari. Il voto dell’Austria è stato determinante, con il Ministro dell’Ambiente austriaco, Leonore Gewessler, che ha cambiato posizione. “Il governo austriaco ha annunciato l’intenzione di ricorrere alla Corte di Giustizia Europea per chiedere l’annullamento del voto, in contrasto con le indicazioni originali. Vedremo cosa accadrà”, ha aggiunto il presidente Uncai.

La legge UE ora prevede requisiti specifici riguardanti lo stoccaggio di carbonio organico nei terreni minerali delle terre coltivate, la definizione di quote di terreni agricoli con caratteristiche paesaggistiche ad elevata diversità e il contributo alla piantumazione di almeno 3 miliardi di alberi aggiuntivi entro 6 anni.

“Queste questioni avrebbero dovuto coinvolgere agricoltori e contoterzisti per evitare impatti economici e amministrativi negativi. È ora necessario un piano nazionale basato sul buon senso per definire misure attuative”, prosegue Tassinari unendosi all’appello espresso dalle associazioni agricole. “Think different è un invito a esplorare nuove idee, a sfidare le convenzioni e a cercare significato attraverso la riflessione e la conoscenza; dovrebbe significare proteggere il terreno agricolo, non sottrarlo per ‘restituirlo alla natura’ perché l’agricoltura è già di per sé natura e sostenibilità”. Quindi più più progetti e risorse finalizzati a facilitare e modernizzare le conoscenze, le tecniche e le tecnologie adottate in campo.

La palla ora passa agli Stati Membri, che avranno due anni per presentare un “Piano nazionale di restaurazione” alla Commissione UE, considerando le diverse realtà nazionali e il livello di deterioramento degli ecosistemi. “È tempo di agire con saggezza e responsabilità per un futuro sostenibile”, ha chiosato Tassinari.

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