UE, 17 paesi chiedono una riflessione sulle nuove norme dei fitosanitari. Nasce il fronte “salva raccolti”
In occasione del Consiglio dei Ministri agricoli degli Stati membri di lunedì 26 settembre, la maggioranza ha lanciato l'allarme sulle conseguenze che alcune misure potrebbero avere sui raccolti e sulla competitività delle aziende agricole
Le proposte della Commissione UE sulla riduzione dell’utilizzo dei prodotti fitosanitari chimici, diversificate in base ai singoli stati membri, stanno riscontrando non pochi malumori, proveniente sia dai ministeri che dalle associazioni di settore. Tanto da spingere ben 17 paesi, in occasione del Consiglio dei Ministri agricoli Ue previsto per lunedì 26 settembre, a unirsi in quello che è stato definito come “fronte salva raccolti”, formatosi proprio per auspicare una pausa di riflessione e approfondimento sulla proposta di regolamento sull’uso dei fitosanitari che servono a fermare parassiti e malattie in grado di devastare campi e raccolti.
A ribadirlo è la stessa Coldiretti che si è mobilitata a livello nazionale ed internazionale con la lettera del Presidente Ettore Prandini ai parlamentari europei, per ottenere, a favore di agricoltori e consumatori, un approccio più equilibrato allo scopo di evitare pesanti impatti sulle produzioni in un momento di estrema emergenza dell’attuale realtà europea dopo la crisi Covid-19 degli ultimi due anni e l’invasione dell’Ucraina all’inizio del 2022 che ha fatto balzare i costi energetici.
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Il documento è firmato da Austria, Bulgaria, Estonia, Ungheria, Lettonia, Malta, Polonia, Romania, Slovenia, Slovacchia. Il Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli ha garantito alla Coldiretti anche l’appoggio dell’Italia. Si chiede in particolare – sottolinea la Coldiretti – di tenere conto della nuova situazione che si è venuta a creare a livello internazionale con la guerra scatenata da Putin e mette in evidenza l’impatto sui prezzi agroalimentari, sul rischio di una riduzione dei raccolti e di un aumento della dipendenza dalle importazioni dall’estero, sulla diminuzione di competitività delle aziende agricole della Ue rispetto a quelle del resto del mondo.
Le misure contenute nella proposta di regolamento della quale si chiede la sospensione non considerano adeguatamente – evidenzia Coldiretti – l’impatto socio economico sulle aziende e sulla società senza dimenticare che un’adeguata lotta a parassiti e malattie è necessaria per evitare la comparsa e la diffusione di nuove minacce ai raccolti e quindi alle forniture alimentari delle famiglie italiane ed europee.
Per questo, si legge nel documento della Coldiretti, “la priorità dovrebbe essere garantire la sicurezza alimentare dei cittadini dell’Unione europea e preservare la sovranità alimentare. Nonostante il fatto che accogliamo con favore la decisione di preparare un’analisi completa di tutti i fattori relativi alla sicurezza alimentare, siamo profondamente preoccupati che questa analisi non porti a una valutazione dell’impatto di questa proposta sulla sicurezza alimentare. Prima di poter fare un passo verso una protezione delle piante più sostenibile, l’impatto di tutte le possibili misure e restrizioni deve essere debitamente valutato. La valutazione degli impatti attesi dalle proposte di legge è un elemento chiave”.