Aveva un’udienza ma si presenta in tribunale col trattore per chiederne il rinvio. Accontentato
A causa dei tempi dilatati dalle piogge, la vendemmia richiedeva troppe attenzioni per permettersi di posticiparla. E così si è fatto mezza città in trattore per chiedere verbalmente il posticipo. Increduli anche i giudici e gli addetti del tribunale
Gli agricoltori italiani, è cosa risaputa, sono particolarmente legati alle molteplici sfaccettature delle mansioni che svolgono abitualmente nei campi e, soprattutto, ai mezzi agricoli con cui portano a termine le suddette lavorazioni, che possono definirsi veri e propri compagni di quotidianità. Ma fino ad ora, almeno a giudicare dagli archivi di quotidiani e periodici locali italiani, nessuno di loro li aveva utilizzati come mezzo di trasporto per recarsi in tribunale. Questo, almeno, fino al 5 ottobre 2022. Giorno in cui un agricoltore di Faedis, in Friuli-Venezia Giulia, si è presentato al tribunale di Udine, al seguito del suo trattore specializzato, un Fendt Vario, a cui era agganciata una vendemmiatrice.
“Sono stato molto impegnato con la vendemmia in questi giorni e avevo inviato una richiesta per il rinvio (dell’udienza), la settimana scorsa”, il commento dell’agricoltore. A causa della mancata concessione di rinvio per gli stringenti tempi tecnici, l’uomo si è trovato costretto a recarsi fisicamente, attraverso le strade di campagna e mezza città, presso il tribunale in viale XXIII Marzo 1848 a Udine. A rimanere colpiti anche i giudici di pace e gli addetti della sezioni preposta al disbrigo della sua pratica che mai, in tanti anni di carriera, avevano visto arrivare un imputato direttamente in tribunale a bordo di un trattore.
Tra i motivi che hanno spinto l’agricoltore friulano a chiedere verbalmente il rinvio c’è la necessità di portare a termine il più in fretta possibile la vendemmia, dopo le piogge copiose delle scorse settimane che ne avevano ritardato lo svolgimento. Ora, se tutto va bene, l’agricoltore ha fatto sapere che le operazioni di vendemmia dovrebbero finire al più tardi entro giovedì (o venerdì). A quel punto potrà dedicarsi al processo. Che – ed è qui la “lieta” notizia – è stato spostato a novembre.