Non solo capi di abbigliamento, elettrodomestici, gioielli e qualunque cosa potesse essere arraffata e trasportata a mano: gli invasori russi, nelle zone che hanno occupato nel sud dell’Ucraina, e più precisamente nelle campagne intorno Melitopol, si sono presi anche decine di macchinari agricoli costosissimi, dai trattori pesanti di ultima generazione alle mietitrebbie, per poi spedirli in patria. Dove, però, sono rimasti gabbati: i soldati si sono accorti, infatti, che i mezzi in questione non potevano essere accesi poiché disattivati da remoto dagli agricoltori ucraini a cui erano stati rubati, grazie alle tecnologie 4.0 installate sugli stessi.

A riportare la storia – che avrebbe del tragicomico se non fosse per le immani sofferenze che la popolazione ucraina sta tutt’ora subendo – è stata la CNN, una delle principali emittenti statunitensi, dopo aver contattato un uomo d’affari ucraino, residente proprio nella zona dove sarebbero avvenuti i furti dei macchinari agricoli da parte dei soldati russi. Che, stando alle prime indiscrezioni, avrebbero provocato oltre cinque milioni di euro di danni agli agricoltori ucraini che, oltre al valore dei mezzi, hanno perso anche gli strumenti fondamentali per portare a termine le semine primaverili e proseguire poi nei prossimi mesi il lavoro nei campi.

Ucraina, il lungo viaggio (a vuoto) dei trattori rubati

In base a quanto riportato dalla CNN, tutto sarebbe partito da una concessionaria di mezzi agricoli di Melitopol, caduta nelle mani dei russi pochi giorno dopo l’invasione del 24 febbraio (il centro abitato non è distante dalla Crimea, penisola da cui l’esercito del Cremlino ha sferrato uno delle tre potenti offensive che hanno caratterizzato la prima fase della guerra). Le ruberie, almeno in un primo momento, sarebbero state contenute: entro le prime settimane di marzo erano stati rubati “soltanto” due mietitrebbie, un trattore e una seminatrice. Poi il salto di qualità, con l’escalation di furti, arrivati in poche settimane a 27, con attrezzature da centinaia di migliaia di euro. La CNN ha poi ribadito che, secondo quanto appreso dalla ricostruzione dei gps installati a bordo, i mezzi avrebbero compiuto un viaggio di oltre un migliaio di chilometri, sui mezzi militari russi da trasporto, verso la Cecenia.

Ed è proprio qui, nella regione del sud della Russia, nel Caucaso, dopo 700 miglia di viaggio, che i soldati hanno capito che i mezzi non potevano essere utilizzati poiché bloccati da remoto subito poco dopo il furto. I mezzi possono comunque essere disassemblati per venderne le parti. Altre fonti, sempre di Melitopol, hanno poi messo in evidenza che, oltre al furto dei mezzi agricoli, gli occupanti avrebbero preso anche ingenti quantità di cereali (grano e mais) stoccato nei granai nelle campagne vicine alla città. I soldati russi starebbero inoltre proponendo (con la forza) agli agricoltori locali di condividere i loro profitti “dal 50% al 50%”. Una mossa che affosserebbe qualunque impresa agricola locale.

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