Tra gli spauracchi che affliggono agricoltori e operatori di settore, a destare grande preoccupazione figurano i famigerati fermi macchina, inconvenienti la cui mancata risoluzione può dare origine a spiacevoli situazioni operative in azienda, con conseguenti perdite economiche e ritardi sulla gestione delle colture. Nella maggior parte dei casi la situazione potrebbe essere risolta con la sostituzione di un semplice pezzo di ricambio.

Peccato che il suddetto componente in alcune occasioni potrebbe risultare non disponibile presso il magazzino locale del produttore (o del concessionario che offre servizi di assistenza), costringendo dunque i malcapitati a farlo arrivare dall’altro capo del mondo, con costi di trasporto aggiuntivi e tempistiche di sostituzione ancora più lunghe. O peggio, il pezzo di ricambio potrebbe essere perfino finito fuori produzione: spiacevolissima situazione che potrebbe capitare con i mezzi più vetusti e che, di fatto, pone l’agricoltore di fronte a scelte drastiche e talvolta perfino pericolose, con riparazioni provvisorie, anche fatte in casa.

Ed è proprio per arginare queste problematiche che l’azienda IT Replique ha studiato una piattaforma di stampa 3D industriale per consentire agli OEM di fornire parti on-demand in qualsiasi momento e ovunque ai propri clienti attraverso una rete di stampatori globale, decentralizzata e protetta. Nonostante all’apparenza possa apparire come atipica, soprattutto se correlata al settore dell’agricoltura, in realtà la stampa 3D potrebbe davvero diventare la soluzione vincente nei casi di fermo macchina poiché, se usata correttamente dagli operatori tramite il sistema cloud, è in grado di ridurre significativamente i tempi e i costi per la ricerca e la sostituzione delle componenti mancanti.

Stampa 3D, snellite anche le procedure logistiche e di magazzino

Un’altra delle problematiche legate al mondo delle componentistica è quella della logistica, combinata al dilemma sugli ordini e sulle quantità da produrre per mantenere margini di profitto ragionevoli. Spesso e volentieri, infatti, i pezzi di ricambio hanno quantità minime d’ordine molto elevate: una situazione che porta a enormi scorte di pezzi, spesso obsoleti, e a sprechi di magazzino di diversi milioni all’anno. Dinamiche che non sono efficienti dal punto di vista dei costi e sicuramente nemmeno sostenibili da un punto di vista di impatto ambientale. Una questione che proprio due anni fa, con la crisi delle materie prime, era esplosa in tutta la sua problematicità, tanto da avere gravi ripercussioni su tutto il settore agromeccanico (e, più in generale, automotive).

In questo senso, la stampa 3D può offrire una valida soluzione al problema. Permette alle aziende di produrre oggetti in modo tempestivo senza dover ricorrere a costose attrezzature o stampi. È sufficiente un progetto e la produzione può iniziare. Questo aiuta gli agricoltori e i produttori di attrezzature a superare le sfide dell’obsolescenza e dei tempi di inattività, poiché le parti possono essere riprodotte rapidamente su richiesta. In genere, i lunghi tempi di consegna, con una media di 3 mesi e oltre, si trasformano in ore o giorni, consentendo all’azienda agricola di funzionare senza problemi.

Dove e quando serve

La stampa 3D offre inoltre il vantaggio di produrre pezzi in piccole serie e persino singole unità in modo più economico, ponendosi quindi come la soluzione ideale per l’industria agricola, dove in genere sono richieste solo serie medio-piccole. In questo modo, invece di immagazzinare grandi quantità di pezzi nei magazzini, i produttori di macchine agricole possono archiviare i progetti dei loro pezzi in un inventario digitale, per poi essere prodotti semplicemente quando servono.

Una presa d’aria da installare in cabina. Comodamente stampabile con le nuove tecnologie offerte da

A fianco dei benefici sopra elencati, la tecnologia di stampa 3D è vantaggiosa anche per l’ambiente. Come già detto, i metodi di produzione tradizionali comportano spesso una grande quantità di rifiuti, in quanto i produttori devono produrre più pezzi del necessario per assicurarsi di avere scorte sufficienti e margini di guadagno effettivi. Con la stampa 3D, invece, si producono solo i pezzi necessari, riducendo gli sprechi e contribuendo a preservare l’ambiente.

Poiché i pezzi possono essere prodotti in modo decentralizzato, si riduce anche la CO2 del trasporto, se la produzione avviene vicino al luogo in cui si trova l’agricoltore. Infine, le attrezzature agricole durano più a lungo grazie alla disponibilità di parti di ricambio indipendenti dal ciclo di vita del prodotto principale. Va infine ricordato che quando si tratta di integrare la stampa 3D in agricoltura, come ribadito da Replique, sono tre le possibili opzioni da considerare: l’agricoltore che integra la stampa 3D, l’agricoltore che ordina il pezzo tramite un servizio di stampa 3D o il produttore stesso di attrezzature che integra la tecnologia. Tre approcci differenti, adattabili a qualunque esigenza o tipologia di azienda agricola.

In primo piano

Tractor of the Year 2025, ecco chi ha vinto

Nella categoria HighPower vince il Case IH Quadtrac 715. Fendt, invece, si porta a casa il titolo nella categoria MidPower. Steyr, invece, con il 4120 Plus vince negli Utility. Antonio Carraro convince negli Specialized. Ecco tutti i vincitori

Articoli correlati