Trattori, proteste in tutta Italia. Un’altra giornata di passione
Da Milano a Lecce, da Brescia a Avellino: le proteste dei trattori si moltiplicano in tutta Italia. Si pensa a una sorta di coordinamento nazionale. Previste altre iniziative nei prossimi giorni
Da Nord a Sud, lungo tutto lo Stivale: anche oggi, martedì 30 gennaio, gli agricoltori italiani, alla guida dei loro trattori, hanno protestato contro le politiche UE che, a detta loro, favoriscono la concorrenza sleale e gravano sulle finanze delle imprese e contro le misure dell’ultima legge di bilancio. Da Milano a Lecce, gli operatori del settore primario si sono riuniti spontaneamente, senza alcun supporto da parte delle associazioni di categoria (che, salvo rare eccezioni e seppur vicine alle proteste di altre nazioni, ancora non hanno commentato quanto sta accadendo in Italia), dando vita ad azioni di protesta che hanno interessato le principali città e i principali snodi stradali, talvolta creando non pochi disagi alla viabilità locale.
Centinaia i trattori mobilitati in tutta Italia per lanciare un grido sullo stato complicato in cui versa il settore. Poco dopo l’alba, la giornata si è aperta con un corteo di trattori che, a qualche km da Milano nei pressi del casello di Melegnano, ha bloccato la viabilità locale con i trattori. Numerosi i cartelloni esposti, con frasi del tipo “No Farmer, No Food”, “Siamo pronti a bloccare tutto. Traditi dall’Europa” e molte altre dello stesso tenore, che fanno capire il clima di tensione che si respira nel settore. Presidi simili hanno avuto luogo anche in altre provincie lombarde, dal bresciano al pavese.
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Più di 130 i trattori confluiti a Forlì in Romagna. Nelle campagne di Grosseto, un grosso contingente di trattori – stando ai primi dati sarebbero stati più di 50 – ha cercato di dirigersi verso il capoluogo di provincia viaggiando sulla vecchia Aurelia (attualmente la Strada Provinciale 154) attraverso la Maremma, ma è stato bloccato dal dispiegamento delle forze dell’ordine, che gli ha impedito di raggiungere la centrale piazza Nassirya, a fianco delle mura che attraversano il centro storico. Ad Avellino più di 150 trattori provenienti dalla Valle dell’Ufita e dalla Baronia si sono diretti verso Collina Liguorini, dove si trovano alcune palazzi della Regione Campania e lì hanno formato un presidio.
Anche a Lecce quasi 200 trattori giunti dai territori circostanti si sono diretti verso il centro, nei pressi di largo Vittime del Terrorismo dove sono rimasti fino alle 16, provocando gravi disagi alla viabilità, soprattutto sulle Statali (la 613 Brindisi-Lecce, la 16 adriatica Maglie-Lecce e numerosi altri snodi). Una volta abbandonato il presidio in centro, l’intento degli agricoltori pugliesi è quello di raggiungere due centri commerciali del posto, dove formeranno altri presidi, per informare la cittadinanza circa le ragioni che li hanno portati a scendere in piazza.
Momenti di tensione anche a Cagliari, dove gli agricoltori e i pastori si sono diretti verso il porto, bloccando in modo intermittente lo scalo, impedendo dunque a qualunque mezzo in entrata o in uscita dal porto di muoversi. Sul posto numerosi agenti della polizia locale e di Stato, unitamente ai carabinieri che hanno tenuto sotto stretta osservazione la situazione.
Insomma, una giornata complessa, che non lascia presagire una fine imminente del movimento di protesta. Anzi, a detta degli organizzatori, l’obiettivo è quello di formare una sorta di coordinamento nazionale per fare, poi, una grande manifestazione a Roma, non lontano dai palazzi del potere. Nel frattempo, si attendono proteste anche per la giornata inaugurale di Fieragricola il 31 gennaio, a Verona.