Una quattro giorni interamente dedicata alle vecchie glorie, in particolare ai veicoli militari, a quelli per i trasporti civili e, dulcis in fundo, ai trattori. Era quanto accaduto all’Asi Mili Transport e Tractor Show, svoltosi a Varese dieci anni fa, dal 31 maggio al 3 giugno 2012. Fu un evento molto ben organizzato che ai tempi beneficiò di un pubblico assai numeroso, giunto ai Giardini Pubblici della città lombarda per ammirare una cinquantina di veicoli militari, una trentina di veicoli civili tra camion e autobus e una decina di trattori d’epoca. Tra questi erano presenti ovviamente numerosissimi trattori d’epoca e testacalda.

Trattori d’epoca, la storia del Novecento passa per la meccanizzazione agricola

Il pezzo più interessante in mostra era probabilmente un Artiglio splendidamente restaurato, facente parte dell’ultima serie prodotta dalla Costruzioni Meccaniche Pietro Orsi e Figlio di Tortona. Il motore è un monocilindrico a due tempi, 7.222 cc di cilindrata, da 35 cavalli, sviluppati a 750 giri, abbinato a un cambio a quattro marce. La particolarità di questo trattore era legata all’avviamento: per farlo partire, dopo aver scaldato la testata, era necessario smontare il volante per utilizzarlo come leva per far girare il volano laterale. Operazione di sicuro un po’ scomoda, ma di sicuro effetto scenico. La destinazione perfetta per l’Artiglio erano le tante piccole e medie aziende agricole attive in Italia verso la fine degli anni ’30, mentre i suoi ‘nemici’ naturali erano i Landini, rappresentati a Varese sia da modelli restaurati che conservati.

Della prima categoria faceva parte una Landinetta del 1958, l’ultimo modello del costruttore a montare un motore fatto in proprio, prima della conversione ai Perkins. Si tratta di un diesel a due tempi, monocilindrico, con una cilindrata di appena 1.236 cc. Soltanto conservato invece il modelli Velite, nome derivato dal titolo che Mussolini assegnava a chi si distingueva nella Battaglia del grano (a sua volta preso da quello di un’unità di fanteria dell’esercito romano).

Erano invece i contoterzisti il pubblico ideale del Super Landini, di cui era esposto un modello del 1934. Grande protagonista della bonifica delle paludi dell’Agro Pontino, disponeva di un motore sempre monocilindrico a due tempi, raffreddato ad acqua, dalla cilindrata importante: 12.200 cc, e con una potenza che nelle prime versioni arrivava fino a 48 cv. Completavano la rappresentanza Landini altri due modelli degli anni Cinquanta, un piccolo L25 prima serie, equipaggiato con un motore rigorosamente a testa calda, da 4.312 con una potenza massima alla puleggia di 30 cv, e un L30 del 1957.

C’erano anche due modelli della Porsche: nel primo caso si trattava di un modello Junior, con un motore monocilindrico raffreddato a aria. La cilindrata era di appena 822cc, la potenza di 14 cavalli. Tre invece i cilindri del modello Super AP133, che pur con una cilindrata portata a 2.633cc, condivideva gran parte dei componenti con le altre serie. Poi, la produzione Fiat al raduno dei trattori d’epoca, era coperta da un modello 25 R del 1954. Si trattava di uno dei più diffusi trattori italiani al mondo, prodotto dalla metà degli anni ’50 in 40.000 esemplari. A motorizzarlo un quattro cilindri da 1.901 cc, in grado di sviluppare 24 cv a 2.000 giri al minuto.

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