Trattori, come sono andate le vendite in Europa nel 2022? L’analisi (c’è anche la classifica dei brand)
Il record del 2021 non è stato superato ma la flessione è stata meno grave del previsto, con alcune sorprese. Tra le cause la siccità che si è riversata anche sulle finanze delle aziende agricole e i ritardi della catena di approvvigionamento. Vediamo l'andamento nazione per nazione
Con la guerra alle porte, le tensioni internazionali e la conseguente crisi energetica che ha dovuto fronteggiare l’Europa il ‘miracolo’ del 2021 non si è ripetuto, e come probabilmente in molti si aspettavano, il mercato dei trattori ha rallentato visibilmente nel 2022. Complice anche un’annata complicata dal punto di vista climatico, con siccità e temperature anomale cha hanno messo a rischio le produzioni e abbassato le rese la propensione agli investimenti degli agricoltori si è ‘raffreddata’, ma nonostante ciò nel complesso la domanda di trattori è rimasta su livelli elevati.
Insomma, vista la situazione contingente e dopo il boom di vendite dell’anno precedente il temuto crollo non c’è stato e in molti casi la vera causa delle mancate vendite non è stata la scarsa propensione all’acquisto, quanto le difficoltà nella catena degli approvvigionamenti, che hanno impedito alle aziende di aumentare i ritmi di produzione e di evadere gli ordini nei normali tempi previsti. Fatte le dovute stime (in alcuni Paesi i dati sulle immatricolazioni comprendono anche i trattori al di sotto dei 50 cavalli, in altri no, e in alcuni casi sono contati insieme trattori, sollevatori, altre tipologie di macchine e addirittura i quad), le vendite di trattori agricoli arretrerebbero di circa l’8,3 per cento, assestandosi intorno alle 162.500 unità.
Abbiamo analizzato l’andamento dei principali cinque mercati europei escluso quello italiano (l’analisi dettagliata del mercato Italia, presente anche sul numero di Trattori di marzo, è disponibile invece a questo indirizzo).
Mercato trattori 2022, l’andamento nazione per nazione
Ma le differenze sono vistose tra Paese e Paese, e non mancano sorprese anche in positivo. Fatta eccezione per la Polonia, in netto calo, le regioni dell’Est sembrano subire meno la crisi, e le perdite si concentrano soprattutto sulle regioni del centro sud, ahimè Italia, Germania, Spagna e Austria.
Il mercato principale si conferma la Francia che si mantiene sullo stesso livello di vendite del 2021, seguita dalla Germania, un po’ in affanno ma sempre sopra il livello delle 30mila immatricolazioni. Il terzo mercato per importanza rimane, di gran lunga, quello italiano con 20.212 immatricolazioni, davanti alla coppia Polonia e Regno Unito fermi al di sotto di quota 12mila immatricolazioni.
Seguono poi la Spagna, in flessione del 16,7 per cento, il Portogallo, che limita le perdite e supera l’Austria a picco del 23 per cento, e l’Ungheria, che invece cresce a ritmi sostenuti, passando da poco più di 3mila a quasi 3.900 immatricolazioni. Chiude la top ten l’Olanda, altra nazione che contiene le perdite entro i pochi punti percentuali. Tra i mercati minori crescono molto la Serbia, addirittura del 37,3 per cento, che però col suo podio occupato da Belarus, Armatrac e IMT appare ancora un’entità avulsa dal resto d’Europa, la Danimarca (più 19,9 per cento), la Bulgaria (più 8,9) e la Norvegia (più 5,9). Curioso il caso della Finlandia: tenendo conto anche dei trattori con potenza inferiore ai 50 cavalli e peso inferiore a 1.800 chili sarebbe numericamente il settimo mercato europeo con 8.128 immatricolazioni. I trattori immatricolati con più di 50 cavalli sono invece meno di 1.500.
Qual è la situazione dei produttori agromeccanici?
Interessante è poi analizzare l’andamento dei vari brand, tutti ovviamente alle prese con numeri negativi in termini assoluti, ma alcuni in evidente difficoltà più di altri. In generale da questa situazione esce rafforzato John Deere, che cresce in termini di quote di mercato quasi ovunque, e si conferma leader in ben 13 Paesi, e sul podio in 20 Paesi su 23. Chi perde di più in termini di quote di mercato è New Holland, pur risultando uno dei tre marchi più venduti in ben 14 Paesi. Arretra anche se meno vistosamente Fendt, col gruppo Agco che si conferma però in testa nel complesso (quindi sommando le vendite di Fendt, Massey Ferguson e Valtra) nei principali mercati di Francia e Germania.
Per quanto riguarda gli altri brand italiani, anche per loro le performance non sono state esaltanti, con conseguenti perdite di quote sui principali mercati. Tra i brand che più si sono messi in luce nel 2022, c’è sicuramente l’indiano Solis, che ha bissato le ottime performance del 2021, risultando tra i trattori più venduti in molti mercati, e tenendo presente che, come detto, in molti Paesi le immatricolazioni non tengono conto delle potenze inferiori ai 50 cavalli.