Trattori cingolati, sfida a due: John Deere e Fendt
I due marchi si contendono la scena nel particolare segmento dei trattori cingolati di alta potenza caratterizzati da due grandi pattini gommati. Ecco servita un’oggettiva comparazione tra le proposte di ciascun marchio
Sebbene i cingoli vadano sempre più di moda e negli ultimi anni molteplici costruttori abbiano messo a punto specifiche versioni ‘track’ di alcuni modelli della propria offerta, esiste uno speciale segmento di mercato in cui regnano incontrastati solo due marchi della meccanizzazione agricola. Stiamo parlando del particolare comparto dei trattori cingolati di alta potenza con due grandi pattini gommati, dove Fendt e John Deere si fronteggiano in un esclusivo duello. Ognuno dei due brand vanta in tale categoria due serie di trattori per un totale di sette modelli.
Trattori cingolati, le gamme dei due contendenti
La Casa di Marktoberdorf, che ha raccolto il testimone lasciato da Challenger, schiera la gamma Fendt 900 Vario MT composta da tre unità (938 Vario MT, 940 Vario MT e 943 Vario MT) e la serie Fendt 1100 Vario MT rappresentata da quattro modelli (1151 Vario MT, 1156 Vario MT, 1162 Vario MT e 1167 Vario MT). Il Cervo risponde con la famiglia 8RT formata da quattro esemplari (8RT 310, 8RT 340, 8RT 370 e 8RT 410) e con la gamma 9RT costituita da tre unità (9RT 470, 9RT 520 e 9RT 570).
Per dovere di cronaca, va precisato che la serie 9RT non è ufficialmente a listino in Italia, ma fa parte della proposta globale John Deere e non può essere ignorata in questo confronto tra pesi massimi cingolati. Sotto il cofano dei Fendt 900 Vario MT è montato il motore Agco Power a 7 cilindri in linea da 9,8 litri con potenze massime da 380 a 431 cavalli e picco di coppia a 1.450 giri al minuto che varia da 171,3 a 195,9 chilogrammetri. Due turbocompressori in linea a geometria fissa con valvola wastegate forniscono un’erogazione costante e l’impianto di raffreddamento caratterizzato dal ‘Concentric Air System’ assicura massima efficienza ed affidabilità.
La gamma Fendt 1100 Vario MT è invece equipaggiata con due differenti propulsori MAN a 6 cilindri: i primi tre modelli della serie adottano l’unità da 15,2 litri con potenze da 511 a 618 cavalli, mentre l’ammiraglia 1167 Vario MT è contraddistinta dal 16,2 litri capace di raggiungere fino 673 cavalli. Anche i due poderosissimi motori MAN sono tarati per offrire una coppia massima a 1.450 giri al minuto: i valori vanno da 254,9 a 316,1 chilogrammetri. A differenza dei 900 Vario MT, sui 1100 Vario MT è presente un unico turbocompressore a geometria variabile, ma è confermata la filosofia Fendt iD che garantisce l’ottimizzazione delle prestazioni della macchina a bassi regimi.
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Sui John Deere 8RT e 9RT le carene laterali dei cofani indicano la stretta vicinanza progettuale con le gamme 8R e 9R a ruote e con le relative versioni a quattro cingoli 8RX e 9RX. Interessante notare anche la sensibile differenza di design del muso tra le due serie del Cervo, con gli 8RT caratterizzati dal moderno layout dai tratti somatici più spigolosi.
John Deere monta i propri motori della famiglia Power- Tech. Sui modelli 8RT 310 e 8RT 340 è installato il sei cilindri da 9 litri in configurazione PVS con turbocompressore singolo a geometria variabile e potenze massime da 341 e 374 cavalli, mentre sugli 8RT 370 e 8RT 410 è presente il medesimo hardware nella declinazione PSS con due turbocompressori (primo a geometria fissa e secondo a geometria variabile) e potenze da 407 e 443 cavalli.
Sui John Deere 8RT il sistema IPM (Intelligent Power Management) consente un boost ausiliare nelle attività di trasporto e nelle applicazioni con pto, arrivando fino a quota 458 cavalli sul maggiore esemplare 8RT 410. La coppia massima nei motori PowerTech si sviluppa a 1.600 giri al minuto e in funzione del modello misura da 148,1 a 188,7 chilogrammetri. I tre ‘bestioni’ della serie 9RT sono spinti dal virile sei cilindri JD14 da 13,6 litri, con potenze massime da 517 a 627 cavalli. Anche su questi propulsori del Cervo il sistema di aspirazione è caratterizzato da due turbocompressori e il picco della curva di coppia si registra a 1.600 giri al minuto, con valori da 221,2 a 268,2 chilogrammetri.
Analizzando le trasmissioni è possibile evidenziare altre importanti differenze tra i grandi cingolati Fendt e John Deere. Tutti i modelli della Casa di Marktoberdorf sono allestiti con il cambio Vario come sottolineato dalle loro stesse sigle; per l’esattezza sulla serie Fendt 900 Vario MT è presente l’unità siglata TA 300T, mentre i Fendt 1100 Vario MT vantano l’hardware TA 400T progettato per maggiori livelli di potenza. L’esclusiva architettura cinematica VarioDrive e il celebre sistema TMS offrono efficienza in qualsiasi condizione di lavoro e assicurano un armonico controllo del mezzo con vantaggi in termini sia di comfort di guida che di risparmio del carburante.
Per governare l’avanzamento, la dotazione di serie per entrambe le gamme di cingolati Fendt prevede in cabina un joystick base di ridotte dimensioni con i pulsanti per il cruise control, il regime motore e gli automatismi per la svolta in capezzagna; a richiesta è disponibile la leva Profi (per intenderci lo storico joystick che sui trattori convenzionali del Dieselross è stata recentemente sostituito con l’introduzione della consolle FendtONE) che integra più comandi come ad esempio quelli per gestire in modo individuale due distributori idraulici.
Powershift e CVT: le trasmissioni
Sui cingolati John Deere sono proposte diverse tipologie di trasmissione. Per gli 8RT è possibile scegliere tra il cambio AutoPowr e il PowerShift e23, ad eccezione del modello 8RT 410 sui cui non è contemplata l’opzione a variazione continua. Nelle configurazioni AutoPowr il bracciolo può essere ordinato in base alle preferenze del cliente con la semplice levetta standard dotata di encoder oppure col moderno joystick multifunzione CommandPRO. Per quanto riguarda la soluzione PowerShift e23, contraddistinta da 23 marce in avanti e 11 indietro, va detto che tale unità meccanica è abbinata al sistema Efficiency Manager che permette di impostare la velocità desiderata ed automatizzare la gestione dei rapporti e del regime motore. Sui tre modelli della gamma John Deere 9RT è prevista solamente la trasmissione PowerShift e18 con 18 marce avanti e 6 indietro più Efficiency Manager. In tutti i grandi cingolati il moto viene trasmesso ai pattini tramite l’assale posteriore.
Nella parte mediana i carri di entrambi i costruttori sono collegati da un telaio di supporto che integra un efficace sistema di ammortizzazione; sui Fendt è presente l’evoluta sospensione denominata SmartRide, mentre sui John Deere è installato l’impianto denominato AirCushion. Specifici accorgimenti tecnici consentono l’ottimale oscillazione longitudinale del cingolo, la corretta distribuzione delle masse e un ideale adattamento del pattino al profilo del terreno. Le gamme Fendt 900 Vario MT e John Deere 8RT sono caratterizzate da tre rulli intermedi d’appoggio e hanno un passo (distanza tra la ruota motrice posteriore a quella tendicingolo anteriore) rispettivamente pari a 2.565 e 2.515 millimetri. Le serie Fendt 1100 Vario MT e John Deere 9RT dispongono invece di quattro rulli inferiori per assecondare i maggiori interassi, che misurano per l’esattezza 3.000 e 2.947 millimetri. Le schede tecniche delle indicano diverse opzioni di carreggiata e di larghezza dei cingoli in gomma; quest’ultima specifica tecnica determina l’area effettiva di contatto della macchina col suolo e di conseguenza la pressione esercitata su di esso.
Facciamo un veloce calcolo limitandoci alle due gamme Fendt 900 Vario MT e John Deere 8RT, il cui peso a vuoto è pari a circa 151 e 162 quintali: con i pattini da 30 pollici (760 millimetri) di larghezza, l’area di contatto equivale a 3,90 e 3,84 metri quadrati che si traducono in una pressione di 0,4 chili al centimetro quadrato con un piccolo vantaggio a favore delle macchine della Casa di Marktoberdorf. Va detto che si tratta di un dato teorico; nella realtà di campo entrano in gioco i differenti allestimenti e le molteplici possibilità di zavorramento che alterano sensibilmente i risultati. Questa tipologia di trattori fu concepita in origine per applicazioni di traino a velocità sostenuta, come ad esempio lavori con erpici o multitiller a organi passivi di grandi dimensioni.
Tuttavia, gli attuali modelli oggetto del nostro confronto sono dotati di presa di forza posteriore da 1.000 giri al minuto e di generosi impianti idraulici per l’azionamento di molteplici categorie di attrezzature. La portata massima d’olio si raggiunge sui Fendt configurati con due circuiti separati serviti da altrettante pompe da 220 litri al minuto ciascuna, per un totale di ben 440 litri al minuto (John Deere arriva fino 416 litri al minuto sui 9RT dotati di pompa doppia).
Il comfort prima di tutto
L’accesso alla cabina è garantito sempre da un’apposita scaletta frontale collocata sul pattino sinistro. Sia Fendt che John Deere offrono sui propri ‘carri armati’ un posto di guida spazioso, sviluppato per offrire elevata visibilità e diversi gradi di personalizzazione. Sui cingolati del Dieselross è riproposto il volante delle ultime serie Challenger, caratterizzato da un’originale conformazione asimmetrica; l’ambiente interno e la consolle comandi è in sintonia con i canoni del marchio tedesco, così come l’interfaccia di gestione rappresentata dal moderno terminale Vario da 10,4 pollici tramite cui è possibile sfruttare tutte le innovative soluzioni di smart farming.
Anche i cingolati John Deere vantano il meglio della tecnologia di bordo messa a punto dai propri ingegneri; sugli 8RT in base all’allestimento troviamo protagonista il CommandCenter 4200 da 8,4 pollici oppure l’unità 4600 con display da 10,4 pollici. Sui 9RT è invece adottato unicamente CommandCenter 4600. L’upgrade ‘Gen4 Ultimate’ consente di implementare tutti i pacchetti avanzati di agricoltura di precisione.