Come annunciato dagli agricoltori durante il proclama di qualche giorno fa, le proteste con i trattori proseguono. Dopo i disagi alla viabilità che hanno vissuto molte città italiane lo scorso 28 gennaio (Brescia in testa, con la tangenziale sud completamente bloccata durante le ore di punta), il giorno successivo è toccato a Milano.

Nel capoluogo lombardo, decine di trattori riuniti sotto la sigla ‘Riscatto agricolo Lombardia’ hanno sfilato per le vie del centro cittadino, fino a giungere nel piazzale antistante al Pirellone, dove si trova la sede del Consiglio della Regione Lombardia, non lontano dalla Stazione Centrale. Si sono registrati disagi alla viabilità, in una zona già normalmente molto trafficata.

Tra le cause principali che hanno spinto gli agricoltori a scendere in piazza al seguito dei loro trattori l’aumento vertiginoso dei costi dovuto all’inflazione (con la conseguente erosione della liquidità delle aziende agricole) e le complicazioni burocratiche che stanno mettendo in difficoltà l’intero settore, alle prese anche con gli effetti distruttivi del cambiamento climatico, con l’alternarsi degli eventi climatici estremi ai periodi di perdurante siccità.

“Ci accusano di danneggiare il clima con le emissioni degli allevamenti, ma nella realtà dei fatti sono gli agricoltori e gli allevatori i veri custodi dell’ambiente”, così ha esordito Filippo Goglio, presidente di ‘Riscatto agricolo Lombardia’, dopo essere stato interpellato dai giornalisti. “Lo abbiamo visto di recente. Dove la terra viene sottratta all’agricoltura solo per costruire, poi accadono le catastrofi ambientali. Purtroppo, se andremo avanti così, il nostro comparto morirà. Poi vedremo se gli italiani saranno disposti a mangiare la carne e i prodotti sintetici, fatti in laboratorio”.

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