Tournesol, il primo (e unico) aratro semovente della storia
Il mezzo era effettivamente innovativo e funzionale (la potenza era di 32 cv), ma il peso e soprattutto il prezzo ne bloccarono la diffusione. La storia di una piccola leggenda agromeccanica
Correva il 1917, Ford presentò il suo rivoluzionario Fordson F, primo trattore al mondo a struttura portante, l’anno dopo fu la volta della Fiat con il suo 702 e via via arrivarono altri costruttori. I francesi erano fermi al palo ma tanti produttori di automobili o artigiani si cimentarono in esperimenti più o meno riusciti. Particolarmente interessante il tentativo della ‘Société des automobiles Delahaye’ che nel 1919 presentò il Tournesol, un mezzo semovente evoluzione dell’aratura funicolare. Quest’ultima prevedeva dei motori fissi, elettrici o a combustione interna, la cui collocazione si rivelava complicata e faticosa.
L’idea dei francesi fu quella di dotare gli aratri a bilanciere di un propulsore proprio. Ed ecco nascere il Tournesol Type A spinto da un motore a benzina da 32 cv. A differenza dell’aratura funicolare che prevedeva almeno tre operatori, quel mezzo era gestito da un solo conducente. I quattro vomeri per parte potevano lavorare senza problemi fino a una profondità di 30 centimetri anche in terreni tenaci e la stabilità era garantita dalle due grosse ruote motrici e da quella direttrice che consentiva una discreta manovrabilità.
Il cambio prevedeva due marce con velocità di 2,5 e 4 km/h e un particolare sistema a pignone consentiva di invertire il senso di marcia. Il mezzo funzionava piuttosto bene e fu presentato in diverse manifestazioni in Francia fino al 1920 e ne fu creata anche una versione a quattro ruote motrici e sterzanti. Ma il problema era il peso eccessivo del mezzo a tre ruote, quattro tonnellate senza gli aratri e , soprattutto, il prezzo. Infatti costava 35.000 franchi mentre un buon trattore di pari potenza con aratro arrivava a malapena a 15.000. Per questi motivi la Delahaye ne costruì una decina di esemplari in tutto poi abbandonò l’ avventura per continuare a produrre automobili.