L’ultima grave ondata di maltempo, che ha flagellato in lungo e in largo tutta Italia nella scorsa settimana, ha provocato danni ingenti all’agricoltura. Le zone più colpite sono state l’Emilia-Romagna e la Sicilia orientale, con numerosi fiumi e torrenti esondati e intere zone cittadine sommerse dall’acqua. Tuttavia, anche Liguria e Toscana sono state flagellate da piogge intense per più di cinque giorni, con danni ingenti alle colture locali dove hanno sede, tra l’altro, alcune imprese vitivinicole tra le più rinomate al mondo.

Le sigle di categoria, dopo una prima ricognizione sulla stima dei danni, stanno già correndo ai ripari. “A fronte degli ingenti danni alle coltivazioni e alle aziende agricole in molte aree della Toscana, sono necessari interventi urgenti. Su tutti la messa in sicurezza dei territori, il riconoscimento dei danni e l’erogazione immediata dei risarcimenti”. A parlare è Valentino Berni, presidente Cia-Agricoltori Italiani della Toscana, in conseguenze dei nubifragi che si sono abbattuti sulle province di Siena e di Livorno.

In base a quanto riportato dalla sigla, nel Senese il maltempo ha interessato il capoluogo e la vicina zona di Sovicille: ad avere la peggio sono le uve, tanto da compromettere irrimediabilmente la parte finale della vendemmia. Ma anche campi allagati e aziende senza corrente elettrica, costrette ad interrompere le lavorazioni in cantina. Restano monitorati gli oliveti, come ha reso noto la Cia Siena.

Maltempo anche nel Livornese. Circa 175 millimetri di pioggia caduti in pochissimo tempo solo a Campiglia Marittima, andando a coinvolgere in particolare Cafaggio, Suvereto e zone limitrofe. Secondo Cia Etruria sono duemila gli ettari sott’acqua, coltivazioni distrutte.

“Il territorio toscano è sempre più spesso colpito da eventi anomali e violenti e l’agricoltura ogni volta è messa a forte rischio, con danni ingenti ad aziende e coltivazione”, ha concluso Berni. “Come nelle altre occasioni, adesso è il momento della conta dei danni in attesa della prossima calamità. Serve da una parte una seria prevenzione per evitare i danni, e poi è necessaria una minore burocrazia per ottenere una immediata erogazione dei ristori. Altrimenti le attività agricole non potranno andare avanti”.

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