Steyr va dato il merito di essere stato tra i primi costruttori di trattori a credere e investire nella trasmissione continua, scelta lungimirante e che poi nei fatti si è dimostrata vincente. 

Steyr Cvt 170

Nel 2000, quando Steyr introdusse i primi CVT nella fascia di potenza da 120 a 170 cavalli, solo Fendt aveva già a listino i Vario, visti per la prima volta nel 1997 al Sima di Parigi. Dato che nel 1999 Steyr era stata acquisita dal gruppo CNH, i CVT furono anche commercializzati nei colori Case IH come serie CVX. La serie CVT era composta da 4 modelli da 120, 130, 150 e 170 cavalli e il CVT 170 era dunque anche il più potente non solo tra le versioni a trasmissione continua, ma dell’intera gamma Steyr. 

Steyr CVT 170. Il finlandese sotto al cofano

Il propulsore era il sei cilindri finlandese Sisu da 6,6 litri, che girava a 2.100 giri e aveva una coppia di 66,6 chilogrammetri. La trasmissione era composta da un gruppo misto meccanico e idrostatico con la parte meccanica composta da un cambio powershift a 4 rapporti a controllo elettronico totale e la parte idrostatica contenuta in una cartuccia denominata S.Matic composta da una pompa a cilindrata variabile e da un motore idraulico a cilindrata fissa. Due le gamme di lavoro, da zero a 14 e da zero a 40 chilometri orari, selezionabili tramite un pulsante.

Si trattava di un trattore all’avanguardia, di tipo moderno, dove già l’elettronica aveva un ruolo di controllo preponderante. Motore e trasmissione dialogavano costantemente via Can-Bus e i comandi già paragonabili a quelli odierni, con il bracciolo che integrava la leva multifunzione per il comando della trasmissione, del sollevatore e del quarto distributore e il joystick per i distributori elettronici. Di livello superiore anche il comfort, con l’assale anteriore Carraro a bracci indipendenti offerto di serie e la cabina sospesa su molle e ammortizzatori idraulici.

Steyr Cvt 170

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