Sono Isabel Alfano, direttrice del Sima e Frédéric Martin, presidente di Axema (l’associazione dei costruttori francesi) ad affrontare la platea di giornalisti stranieri in occasione della presentazione dell’edizione 2020 del Salone parigino, svoltasi lo scorso 16 settembre nella capitale francese.

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Un’edizione che sarà probabilmente ricordata come la più controversa di sempre dopo la decisione unilaterale comunicata in aprile dagli organizzatori di spostare la fiera negli anni pari e più precisamente dall’8 al 12 novembre, andando dunque a sovrapporsi con l’Eima di Bologna. Tutto scorre liscio fintanto Alfano e Martin snocciolano le new entry che animeranno la kermesse l’anno prossimo, ma la tensione dei relatori è comunque evidente e inizia a farsi palpabile nel momento dedicato alle domande della stampa specializzata, tra cui spicca in prima fila il nutrito drappello italiano.

Senza nulla togliere ai temi legati al lancio del ‘nuovo’ Sima la curiosità è tutta per la querelle italo-francese fino ad ora combattuta solo a suon di comunicati stampa. Ecco dunque fioccare le richieste di spiegazioni e chiarimenti sulla mossa che ha inevitabilmente innescato uno scontro ancora tutto da giocare tra i due eventi e che per la maggior parte degli addetti ai lavori potrebbe concludersi nel giro di un paio di edizioni col ‘decesso’ di uno dei due.

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Sima 2020. L’ultima chance

«Questo profondo cambiamento – rispondono quasi in coro Martin e Alfano – è il risultato di un anno di lavoro con aziende e agricoltori. Le nuove date per l’edizione 2020 non sono state scelte contro nessuno, ma tenendo conto dell’opinione dei produttori e della disponibilità del quartiere fieristico di Villepinte negli ultimi quattro mesi del prossimo anno.».

«Nel 2022 – prosegue Alfano – il Sima compirà cent’anni e approfittando degli importanti cambiamenti che stanno avvenendo nell’agricoltura mondiale, la kermesse ha deciso di rifarsi il trucco e di cambiare le date ma, attenzione, la sovrapposizione si verificherà solo l’anno prossimo, dall’edizione successiva cercheremo di anticipare per non ripetere l’overlap con Eima».

L’impressione è dunque quella di voler in qualche modo riportare la pace al suono di ‘non avevamo altra scelta, ora o mai più, ce lo chiedono le aziende!’ «La Francia – Continua Martin – è il principale produttore agricolo in Europa, nonché il primo mercato di macchine agricole con la Germania e vuole preservare il potenziale del suo Salone».

In effetti a livello di numeri oggi il Sima si ritrova a rincorrere l’Eima sia sull’affluenza di pubblico che sul numero di aziende espositrici e il trend delle ultime edizioni riflette una parabola discendente difficilmente contrastabile senza interventi radicali.

EIMA vs SIMA, un’indagine rivela la netta superiorità della rassegna bolognese

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A supportare questa tesi la partecipazione nell’inconsueta veste di relatori pro-Sima autunnale di Hervé Gerard-Biard, direttore generale della divisione trattori di Kubota Europa e Remi Hanot, direttore generale marketing di John Deere France. «Kubota espone al Sima dal 1980 – ha spiegato Gerard-Biard – e siamo entrati in Axema proprio per chiedere modifiche sostanziali che rendano più appetibile l’evento e tra queste c’è ovviamente il cambio di data alla fine dell’anno, periodo in cui vengono prese la maggior parte delle decisioni di investimento».

Dello stesso parere Hanot: «l’autunno è l’unico periodo possibile se vogliamo presentare novità al Sima. John Deere invita i visitatori internazionali ad Agritechnica perché la fiera si tiene in novembre e consente di lanciare i prodotti per l’anno successivo. A febbraio ciò non sarà mai possibile. Inoltre il 25 per cento dei trattori viene immatricolato nell’ultimo mese dell’anno col risultato che il Sima a novembre potrà portare molti vantaggi anche dal punto di vista commerciale».

Sima contro Eima. ne resterà solo una?

Entrambi ci tengono comunque a ribadire che parteciperanno all’Eima e che i due Saloni possono convivere, col Sima più focalizzato sulle macchine e tecnologie per i campi europei e l’Eima su componenti, ricambi e colture specializzate. Teoria, che a dir la verità sembra già un po’ zoppa in partenza visto che fino ad oggi i big player del comparto hanno presentato le loro novità ad Agritechnica negli anni dispari e ad Eima in quelli pari, eleggendo di fatto il Salone bolognese ad evento top a 360 gradi del mondo della meccanizzazione agricola e che ora si dovranno sdoppiare per presenziare ad entrambe le manifestazioni oppure privilegiarne una a discapito dell’altra.

E se le aziende medio piccole saranno probabilmente obbligate a fare una scelta, lo stesso vale per i visitatori internazionali, il cui apporto è determinante per decretare il successo della manifestazione a livello globale. Per come si sono messe le cose opteranno per uno dei due eventi in base alla qualità degli espositori e alle novità presentate.

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