Sicurezza alimentare, Lollobrigida: «Italia può esportare proprio modello nutrizionale»
Anche se sul piano della produzione c'è ancora molto da fare, per il ministro il nostro Paese può fare da apripista nel mondo per un nuovo modello culturale legato all'alimentazione
Un’Italia più equa e giusta, a partire dalla questione della sicurezza alimentare, da garantire a tutti i cittadini attraverso lo sviluppo di modelli virtuosi, in grado di essere perfezionati a livello nazionale per poi essere esportati in tutto il mondo. È quanto emerso nel corso dell’intervento del ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida nel corso del convegno ‘Verso il vertice Onu sui sistemi alimentari’ organizzato dall’Università della Tuscia, a Viterbo. Un appuntamento la cui importanza è stata rimarcata dalla partecipazione di un parterre d’eccezione: oltre a Lollobrigida e Mauro Rotelli (presidente della Commissione Ambiente, Territorio e lavori pubblici alla Camera), erano presenti anche i ministri Abodi (sport), Schillaci (salute), Tajani (affari esteri) e Santanché (turismo) .
“La sfida della sicurezza alimentare può essere affrontata attraverso due proposte alternative: garantire cibo per tutti o promuovere un buon cibo per tutti. Penso che la via da perseguire sia la seconda”. Così ha esordito Lollobrigida nel suo intervento. “Dobbiamo lavorare – ha proseguito – verso una civiltà diversa da quella attuale, in cui non ci siano persone ricche che continuano a nutrirsi in maniera sana e persone povere che mangiano male. L’Italia, pur essendo una piccola Nazione, è la seconda più longeva dopo il Giappone e può esportare il proprio modello nutrizionale basato sulla dieta mediterranea”.
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Italia, la sicurezza alimentare al centro
“L’Italia – ha continuato Lollobrigida – può farsi carico di promuovere un futuro in cui la qualità del cibo, la sicurezza alimentare e la tutela dell’ambiente siano garantiti per tutti. Puntiamo a un modello di sviluppo basato su ricerca, innovazione, condivisione delle conoscenze per una sicurezza alimentare mondiale che possa assicurare cibo di qualità a tutte le popolazioni che, ancora oggi, vivono in condizioni precarie. In questo senso vanno gli sforzi per la crescita dell’Africa, una Terra che ha grandi potenzialità alla quale non dobbiamo chiedere di lavorare per noi, ma insieme a noi, offrendo ai nostri ricercatori e alle nostre imprese una concreta possibilità di sviluppo”.
“Sul piano della produzione – ha proseguito il ministro – c’è ancora molto da fare. L’Europa pone la sostenibilità come presupposto fondamentale, senza però offrire le condizioni giuste per raggiungere gli obiettivi preposti. Si pensi alla questione del packaging o ai fitofarmaci. Paletti che non fanno altro che far diminuire la nostra produzione stimolando quella degli altri Stati che inquinano molto di più perché hanno regole diverse dalle nostre. Dobbiamo continuare a perseguire ciò che riteniamo giusto, spostando l’Europa verso un pragmatismo che metta insieme ambiente e produttiva.”
Durante il convegno il ministro ha salutato il Professor Andrea Rinaldo, vincitore del prestigioso Stockholm Water Prize. “Tale riconoscimento – ha detto Lollobrigida – conferma l’eccezionale impegno dell’Italia nel campo della gestione delle risorse idriche”.