Siccità, i danni salgono a 3 miliardi €. A rischio desertificazione il 28% del territorio nazionale
Nel frattempo aumentano i casi di comuni costretti a ricorrere al razionamento e all'utilizzo di autobotti per soddisfare le esigenze dei cittadini. E i campi sono sempre più aridi senza precipitazioni. Coldiretti avanza alcune proposte per arginare i danni
Tre miliardi di danni, che vanno ad aggiungersi a una lunga sequela di difficoltà che negli ultimi due anni hanno già interessato l’agricoltura. L’ulteriore scure che si è abbattuta sul settore primario a causa della gravissima siccità che ha travolto l’Italia rischia di mettere in ginocchio agricoltori e campi in tutto il Paese, tra aumento indiscriminato dei costi e difficoltà operative. In base ai dati rilasciati da Coldiretti dopo il bilancio dell’anno in corso, le precipitazioni sono praticamente dimezzate e le produzioni agricole letteralmente devastate da un caldo anomale, con le temperature più alte di sempre per il mese di giugno. La crisi attuale legata alla siccità, tra l’altro, colpisce un Paese che ancora in larga parte, per un numerose materie prime, dipende ancora dall’import estero.
Le proposte Coldiretti per attutire i danni della siccità
La nuova ondata di calore, con picchi in molte regioni oltre i 40 gradi, ha abbassato drasticamente il livello delle falde acquifere, di fatto costringendo molti comuni a emanare le ordinanze per il razionamento dell’acqua. Secondo la Coldiretti, in questa situazione di profonda crisi idrica oltre a prevedere uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subiti, è necessario agire nel breve periodo per definire le priorità di uso dell’acqua disponibile, dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo, in un momento in cui a causa degli effetti della guerra in Ucraina l’Italia ha bisogno di tutto il suo potenziale produttivo nazionale.
“Accanto a misure per immediate per garantire l’approvvigionamento alimentare della popolazione, appare evidente l’urgenza di avviare un grande piano nazionale per gli invasi che Coldiretti propone da tempo” ha sottolineato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini che nella lettera inviata al presidente del Consiglio Mario Draghi chiede “che, a fronte di una crisi idrica la cui severità si appresta a superare quanto mai registrato dagli inizi del secolo scorso, venga dichiarato al più presto lo stato di emergenza nei territori interessati con l’intervento del sistema della Protezione civile per coordinare tutti i soggetti coinvolti, Regioni interessate, Autorità di bacino e Consorzi di bonifica, e cooperare per una gestione unitaria del bilancio idrico”.
Una richiesta fatta propria dalle Regioni, con l’appello al Governo per lo stato di emergenza nel Nord Italia e per avere il supporto a livello nazionale della Protezione Civile. Più di ¼ del territorio nazionale (28%) è a rischio desertificazione con una situazione di grave siccità che riguarda le regioni del Sud e del Nord dove – sottolinea la Coldiretti – la grande sete minaccia un territorio del bacino padano che rappresenta più del 30% del Made in Italy agroalimentare.