Una trasformazione “inaspettata”: potrebbe essere letto in questo modo il passaggio che, dallo status iniziale di acque reflue, dà nuova vita alla preziosissima risorsa idrica. Un processo di vitale importanza, all’insegna dell’economia circolare, in questo momento fondamentale per agricoltura e ambiente, flagellati da caldo e siccità senza precedenti. Lo dimostra l’accordo in dirittura di arrivo che la Regione Emilia-Romagna sottoscriverà con Hera Spa, Consorzio di Bonifica della Romagna e Atersir. Protagonista l’impianto di depurazione di Cesena (FC): i processi che hanno e avranno luogo al suo interno potranno portare il livello di acque reflue depurate a un volume di circa 6 milioni di metri cubi.

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Emilia-Romagna, un nuovo sistema contro la siccità dilagante

L’iter che porterà alla firma dell’accordo, in base a quanto sottolineato dall’assessore all’ambiente dell’Emilia-Romagna, è stato fatto per offrire uno strumento stabile in più per contrastare la siccità che sta affliggendo il territorio in questo periodo e che consenta, quindi, di diminuire il prelievo dalle acque superficiali o da falda. Si tratta – sottolinea la Regione Emilia-Romagna, unica a non avere procedure di infrazione sulla depurazione delle acque reflue urbane – di un esempio virtuoso, anche di economia circolare, che prende il via dopo quelli di Mancasale, nel reggiano, ma anche di Idar, nel bolognese, o Sassuolo-Fiorano e Savignano sul Panaro, nel modenese.

Obiettivo dell’accordo è migliorare la gestione della risorsa idrica disponibile e contribuire al raggiungimento degli obiettivi di tutela delle acque e di qualità dei corpi idrici. È prevista una sperimentazione volta ad individuare le condizioni ottimali di funzionamento del sistema, in modo da rendere stabilmente operativo il riuso delle acque reflue depurate, così come è già stato fatto con l’esperienza di Mancasale.

L’acqua direttamente al servizio delle coltivazioni

Nello specifico, l’impianto di depurazione di Cesena è dotato di una paratoia di regolazione in grado di deviare parte delle acque reflue depurate – che normalmente vanno nel rio Granarolo – verso il sistema di distribuzione delle acque irrigue gestito dal Consorzio di Bonifica. Consorzio che opera su un territorio di oltre 352mila ettari nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, la cui principale fonte di approvvigionamento idrico è rappresentata dal Canale Emiliano Romagnolo (CER).

In questo modo l’acqua depurata andrà a servire direttamente le coltivazioni, aumentando la disponibilità di risorsa a disposizione degli agricoltori. Gli effetti dell’attività di recupero delle acque reflue depurate sulle principali colture arboree presenti nell’area servita dal Consorzio di Bonifica sono stati già studiati grazie a VALUE CE-IN, un progetto di ricerca che il Gruppo Hera ha portato avanti in collaborazione con Enea e l’Università di Bologna.

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