Agli inizi degli anni Novanta veniva al mondo una delle gamme Same più amate di sempre. Il suo nome era Same Titan. Cinque lettere che ancora sprizzano rimorchi di entusiasmo. Dei quattro modelli, il primo ad essere introdotto fu il 160, a cui fece quasi immediatamente seguito il 190. Solo in un secondo momento la gamma fu completata con il 145 e il 150.

Sigle che indicavano chiaramente i cavalli sotto il cofano, quando il ‘boost’ non era ancora concepito. L’anima del guerriero era nel 6 cilindri turbo intercooler griffato Same. Tanta sostanza per un trattore la cui modernità era simboleggiata anche dall’upgrade del logo. In quegli anni la tigre venne infatti ridisegnata: il profilo si fece più aggressivo, gli artigli più lunghi e le fauci meglio definite.

Al cambio allestito sui primissimi Titan caratterizzato da tre rapporti sotto carico, subentrò l’innovativo powershift caratterizzato da 3 gamme e 9 marce sotto carico. Una vera e propria chicca; per molti trattoristi rappresentò l’iniziazione ad una trasmissione che restò protagonista per tutto il primo decennio del nuovo millennio.

Per agevolare le operazioni di manutenzione, i Titan proposero di serie la cabina ribaltabile gestita da un apposito martinetto idraulico azionato da una pompa manuale. Tra gli option, il fiore all’occhiello era rappresentato dalla guida reversibile. Un jolly che fece vincere a Same molte partite nelle applicazioni con i cantieri di raccolta introdotti per la fienagione e la bieticoltura.

La storia della famiglia Titan si prolungò con l’introduzione del Supertitan. Si trattò di un’evoluzione caratterizzata da una cinematica con riduttori più robusti. Il chè si tradusse anche in una cabina e un cofano motore più alti, nonché qualche chilo in più rispetto ai 60 quintali dei quattro predecessori.

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