Same Explorer, storia infinita. Dal 1983 più di 70.000 unità prodotte per uno dei trattori più famosi in circolazione. Ecco le tappe
Da quasi quarant'anni sulla cresta dell'onda. Con i primi modelli, il 55 e il 65, a fare da apripista per una storia gloriosa
Proprio in questi giorni Same sta presentando in anteprima i nuovi Explorer Stage V, 5 modelli con motori 3 e 4 cilindri Farmotion col top di gamma che arriva a ben 126 cavalli di potenza massima. Di strada ne è passata da quando, alla Fiera di Verona del 1983 venivano lanciati i primi due modelli, il 55 e il 65, poi estesi a tre con l’introduzione del 75 nel 1985, capostipiti di quella che è senza dubbio una delle serie di maggior successo dell’azienda di Treviglio. Sin da subito i Same Explorer si imposero per l’introduzione di soluzioni tecniche inusuali per la fascia di potenza mediobassa, diventando presto tra i multiutility aziendali più venduti.
Same Explorer, primo a raggiungere i 40 km/h
I Same Explorer furono all’epoca i primi trattori prodotti in Italia a raggiungere la velocità di 40 km/h (a partire dal 1986) ed anche gli unici dotati di frenatura integrale a dischi in bagno d’olio sulle 4 ruote. La gamma era composta dalle versioni a due e a quattro ruote motrici con telaio o con cabina, mosse dal motore a 3 cilindri da 55 cavalli o a quattro cilindri da 65 e poi 75 cavalli con cilindrata rispettivamente di 2.750 e 3.665 cc, ovviamente raffreddati ad aria e olio.
Il cambio meccanico sincronizzato aveva 32 velocità in avanti e 16 in retro ottenute con un mini e superriduttore, con Pto a frizione idraulica da 540 e 1.000 giri e codolo indipendente per la sincronizzata. Il sollevatore idraulico con controllo di posizione, sforzo e misto aveva una capacità di 2.270 chili sul modello più piccolo e 3.430 sui due più grandi.
Da sempre il comfort è il tratto caratteristico
Notevole, per quei tempi, anche il comfort di guida e le dotazioni in cabina, grazie alla piattaforma piana sospesa su silent block, i pedali sospesi e le leve del cambio poste lateralmente. La guida era idrostatica con due martinetti di sterzo e un assale con angolo di sterzo di 50 gradi (70 nella versione a due ruote motrici).
Già nell’86 la serie iniziò la sua evoluzione con i nuovi modelli 60, 70, 80 e 90 equipaggiati con i motori della gloriosa serie 1000 a canna da litro.