Il 2021 è sicuramente un anno da incorniciare per Same Deutz-Fahr (SDF). Il gruppo con sede a Treviglio ha centrato infatti il miglior risultato finanziario del nuovo millennio consolidando un fatturato vicino al miliardo e mezzo di euro. Per la precisione il giro d’affari ha toccato 1.481 milioni di euro facendo segnare un più 29% sul 2020 e un più 19% sul 2019, l’ultimo bilancio pre pandemia, quindi assai più rilevante sul confronto. Frutto del lavoro degli 8 stabilimenti produttivi tra Europa e Asia, 13 filiali commerciali, 155 importatori, 3.100 concessionari, una joint venture in Cina e una in Russia. E ovviamente dei dipendenti che sono circa 4.200, di cui 300 assunti nel 2021.

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Same Deutz-Fahr, nel 2021 prodotti 36.210 trattori. I numeri di un’ottima annata

A raccontare i risultati di SDF è Lodovico Bussolati, amministratore delegato della multinazionale bergamasca nella consueta conferenza stampa annuale. In netta crescita le vendite in tutte le aree del pianeta coi volumi produttivi a livello di trattori schizzati dai 26.481 prodotti nel 2020 ai 36.210 del 2021, facendo segnare un bel più 16 per cento a Treviglio, più 87 per cento a Lauingen, in Germania (e stiamo parlando di macchine sopra i 140 cv, quindi con margini più consistenti), più 103 per cento a Bandirma, in Turchia, più 21 per cento a Ranipet, in India e più 22 per cento a Linshu, in Cina.

«Con 980 milioni di euro la fetta più consistente del turnover spetta ancora all’Europa (66 per cento) – ha commentato Bussolati – ma sono in forte crescita soprattutto le altre aree del globo, grazie all’exploit della Turchia con 251 milioni di euro e agli sbocchi dei prodotti di Lauingen su nuove aree, Australia e Nuova Zelanda in testa. Molto bene anche in Cina dove con una quota del 3 per cento siamo il primo costruttore occidentale ma soprattutto siamo partiti fin da subito con prodotti di media e alta potenza, anticipando quella che ormai è una tendenza consolidata di quel mercato».

Same Deutz-Fahr

Same Deutz-Fahr, schizza il mercato europeo. Ma anche nel mondo ci sono stati grandi miglioramenti

Nel 2021 l’azienda ha infatti portato la quota di mercato in Europa dal 10,7 per cento all’11,4 e quella in Turchia dal 6,6 per cento al 9,7. Nel resto dei paesi extraeuropei, il fatturato è aumentato del 27,6 per cento. Il margine operativo lordo SDF è stato del 10,8 per cento (159 milioni di euro), con un utile netto di 62,6 milioni. 63 i milioni investiti in ricerca e sviluppo che corrispondono al 4,3 per cento su fatturato, in linea con quanto fatto negli ultimi anni.

Le principali evoluzioni di prodotto hanno riguardato il lancio della gamma specializzata Deutz-fahr 5DF/S/V TTV (Same Frutteto Cvt), i nuovi Deutz-Fahr 6C (Same Virtus) con trasmissione RVshift, il rinnovamento della gamma Deutz-Fahr alta potenza 6 TTV e 7 TTV, con le nuove trasmissioni, il passaggio allo Stage V per le potenze da 65 a 160 cavalli e lo sviluppo delle tecnologie smart per il 4.0 e il precision farming.

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«A livello di brand – ha sottolineato Alessandro Maritano, Executive Director and C.E.O. SDF Zetelice, Business Unit Combines at SDF, spicca la crescita esponenziale del marchio ‘globale’ Deutz-Fahr che rappresenta ormai il 74 per cento delle vendite SDF. Stabili invece Same col 14 per cento, Lamborghini col 6 per cento, Gregoire col 5 per cento e Hurlimann con l’1 per cento. Risultati in linea con le aspettative anche a livello di macchine da raccolta con un incremento dei volumi produttivi del 3,5 per cento rispetto al 2020 (2.224 unità contro 2.154)».

Le prospettive aziendali, alla luce della crisi ucraina

L’entusiasmo è ovviamente frenato dalle problematiche che affliggono tutti i settori industriali dall’uscita del periodo più duro della pandemia. La forte crescita della domanda ha comportato infatti tempi di consegna da parte di fornitori estremamente dilatati, causa anche la difficoltà nei trasporti, e costi di produzione in forte aumento per la difficoltà di reperimento dei componenti e relativi effetti speculativi.

Tutto ciò si traduce nella difficoltà di accontentare la richiesta e di mantenere tempi di consegna accettabili. Ci sono poi le ricadute del conflitto in corso in Ucraina che se incidono poco sul giro d’affari SDF poiché la quota in quelle aree e assai marginale rispetto alle consegne nelle restanti aree del Pianeta, impattano invece sulla logistica e sull’approvvigionamento di materie prime.

«Il budget di stima 2022, elaborato settembre e novembre, prevedeva di raggiungere 1,8 miliardi euro di fatturato sulla base dell’ottima consistenza del portafoglio ordini confermata peraltro nei primi mesi di quest’anno – ha commentato Bussolati. A gennaio ci si è però scontrati con la nuova ondata Omicron del Covid che, sebbene meno pericolosa dal punto di vista sanitario, ha creato una carenza di manodopera importante sia nei nostri stabilimenti che in quelli dei fornitori rallentando di fatto la produzione. Da fine febbraio ci siamo poi scontrati con gli effetti del conflitto in Ucraina soprattutto sul settore siderurgico e sul costo dell’energia. Riassumendo l’incognita non riguarda la potenzialità del business che è assolutamente in linea con le nostre previsioni, quanto piuttosto l’effettiva capacità di produrre. A oggi, siamo a metà strada tra quanto abbiamo realizzato lo scorso anno e il budget stimato. A inizio maggio il fatturato era del 7-8 per cento superiore a quello dello stesso periodo del 2021, ma circa il 12 per cento inferiore alla stima».

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