Same DA 25, un pezzo di storia dei trattori. Made in Treviglio
Ci sono stati trattori che hanno fatto la storia più di altri, uno di questi è il Same DA 25 del 1952. Da quell’ anno la Casa di Treviglio abbandonò i propulsori a benzina o a petrolio a favore del Diesel
Era a iniezione diretta, privo di precamera, con una messa in moto semplice e veloce senza candelette di pre-riscaldo. Raffreddato ad aria (DA stava per Diesel Aria), era un propulsore ‘quadro’, con alesaggio di 110 mm e corsa di 120 mm. Utilizzando una canna da 1.140 cc di cilindrata unitaria, il motore bicilindrico del DA 25 arrivava a 2.280 cc. Il trattore Same erogava 25 cavalli a 1.700 giri ed era montato su di un telaio che ospitava anche la trasmissione; si poteva facilmente smontare per eventuali riparazioni e revisioni.
La Casa di Treviglio, assieme a Deutz e Fiat, può vantarsi di essere stato il primo costruttore di un certo rilevo a montare un motore Diesel su di un trattore. Moderna la trasmissione 4 x 3 con inversore, attuale la linea e vasta la possibilità di personalizzazioni. Erano disponibili il sollevatore, la puleggia e tanti attrezzi specifici per quel mezzo. Conobbe un grande successo bissato e amplificato da un’altra intuizione Same del 1954, la ‘doppia trazione convenzionale’.
Oggi quasi tutti i trattori hanno questa struttura, a dimostrazione della validità dell’idea. Il rinvio della trazione anteriore del DA 25 DT era laterale sulla sinistra e raggiungeva il differenziale anteriore. L’assale anteriore era ben realizzato e anche esteticamente gradevole. La doppia trazione permetteva al trattore di operare in sicurezza anche in collina e montagna, fino ad allora terreno di conquista dei cingolati Fiat.
Aiutava la trazione anche in pianura in terreni cedevoli e bagnati e, quando non necessaria, si poteva disinserire. Il DA 25, prodotto complessivamente in 3.345 unità, inaugurò una serie di ‘DA’ che proiettò Same ai vertici del mercato nazionale e non solo. Dal 1955 adottò il motore a struttura portante. Il DA 25 sarebbe un trattore moderno ancora oggi, figuriamoci nei primi anni Cinquanta del secolo scorso.