Roberto Tamburini confermato alla guida di Apimai Ravenna
Confermati anche Roberto Fantoni e Mauro Mirri alla guida del Consorzio Servizi a di AgriUnima. Vice presidente Apimai Mauro Biondi. Ecco le novità
Un team dirigenziale all’insegna della continuità per i contoterzisti romagnoli: Roberto Tamburini è stato infatti confermato alla guida dei contoterzisti Apimai di Ravenna. I consiglieri dell’associazione che riunisce gli agrimeccanici del ravennate (e dintorni) hanno confermato anche Roberto Fantoni a capo del Consorzio Servizi per i prossimi tre anni e a Mauro Mirri come presidente della società di commercio AgriUnima. Confermato anche il vice presidente Apimai, Mauro Biondi. Cambia invece il revisore dei conti dell’associazione: la carica è stata affidata alla dottoressa Elisabetta Murgano De Carli, che subentra a Remo Taroni, ringraziato dal consiglio Apimai e dall’assemblea dei Soci per il lavoro sempre svolto con onestà e diligenza in quasi trent’anni.
“Abbiamo attraversato un triennio molto complesso e difficile” ha detto Roberto Tamburini ringraziando il Consiglio. “Non solo lo abbiamo superato indenni, l’associazione è cresciuta, con nuovi soci anche dalle province confinanti, e finalmente abbiamo portato a casa l’Albo regionale degli agromeccanici. Segno della serietà e competenza di tutto lo staff ”. Determinante anche il buon funzionamento del Consorzio Servizi che, con Roberto Fantoni, mantiene una guida tanto affidabile quanto determinata: “amministrare significa prendersi cura di tutti offrendo servizi prima di tutto utili. Apimai lo fa da sempre, oggi anche attraverso una consulenza per favorire la svolta digitale in agricoltura e, dopo l’alluvione, per il ripristino della fertilità dei suoli”.
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AgriUnima è, invece, il braccio economico dell’associazione e del consorzio. Il neo eletto presidente Mauro Mirri ne sottolinea la centralità per lo sviluppo associativo: “Abbiamo ampiamente raggiunto l’obiettivo di fare massa critica per garantire prodotti tecnici, attrezzature e finanziamenti a condizioni vantaggiose. Oggi le aziende agricole e agromeccaniche che si rivolgono a noi sono infatti circa 350, dislocate tra la Romagna e Bologna e il trend di crescita non si è ancora arrestato”, ha detto.
Tamburini non nasconde tuttavia la sua preoccupazione per le sorti del settore agricolo. Le sfide che l’agricoltura romagnola deve affrontare sono note: “La pandemia ha messo sugli altari l’agricoltura, ma è bastato poco per farla tornare nell’ombra. Per ricordarsene in Italia deve accadere sempre qualcosa di terribile. L’alluvione ha messo in ginocchio tutti, ma ci sono anche le avversità del clima, la siccità, le cavallette, le fitopatie e le quotazioni umilianti dei prodotti agricoli che stanno annientando, in particolare, la Fruit Valley romagnola, nel disinteresse generale”.
“Rialzarsi sarà dura, nulla sarà come prima”, ha concluso. “Determinanti saranno l’innovazione varietale e materiali più resistenti alle avversità. Determinanti saranno imprese agromeccaniche sempre più attrezzate e aperte ai cambiamenti. Soprattutto servirà sempre la nostra capacità di farci ascoltare nelle sedi decisive e competenti. Solo così la Romagna ce la farà”.