Freddo pungente, blackout, riscaldamenti rotti, strade inagibili e tanti disagi per i cittadini: sono gli effetti del maltempo e delle copiose nevicate che tra il 20 e il 23 gennaio hanno travolto mezza Italia, con ricadute pesanti sulla zona dell’Appennino Tosco-Emiliano. In particolare, in provincia di Rimini, nella zona della Valmarecchia, durante lo scorso fine settimana è caduta più di un metro di neve, con picchi di due metri nelle zone più impervie. Numerose le cadute di alberi e tronchi su tralicci e cavi, causate dagli accumuli di neve.

Tra i comuni più colpiti Pennabilli, Sant’Agata Feltria e Novafeltria (soprattutto nelle frazioni di Perticara e Miniera). Una situazione complicatissima che sarebbe potuta peggiorare senza l’intervento provvidenziale di qualche trattorista eroico. Come nel caso di un 28enne della zonache, resosi conto della straordinarietà della nevicata, si è messo alla guida del suo trattore, allestito per l’occasione con le utilissime pale spazzaneve. L’uomo, che è titolare di un’azienda agricola insieme allo zio proprio nella frazione di Perticara, ha lavorato per più di 40 ore, con pochissime pause, per ripristinare la viabilità locale e venire in aiuto agli abitanti delle zone più isolate, bloccati dagli alti cumuli di neve che si è depositata.

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Una nevicata che ha colto di sorpresa i residenti dei paesi: l’inverno mite che ha caratterizzato questo inizio di 2023 non lasciava presagire nevicate di questo tipo, soprattutto ad altitudini relativamente modeste (non si superano i 1000 metri) come quelle dell’appennino in provincia di Rimini. Che, tuttavia, non è nuovo a eventi estremi come questo: una nevicata simile, in effetti, si era già vista in Valmarecchia nel 2012.

In alcune strade, la nevicate dello scorso fine settimana, hanno causato accumuli di neve talmente alti da richiedere l’utilizzo di attrezzi speciali da agganciare ai trattori, come spiegato dal 28enne. Si tratta di quelli che nel gergo degli addetti ai lavori vengono chiamati “cucchiai”, hanno una struttura più concava delle normali pale spazzaneve, e permettono di rimuovere gli ammassi concentrati in zone ristrette. Dunque, 40 ore di lavoro instancabile, proseguito nonostante le difficoltà e qualche “rammarico”, causato soprattutto dall’atteggiamento di alcuni cittadini che, piuttosto che aiutare, hanno bloccato le strade con le loro auto, nel tentativo di spostarle, subito dopo che i trattoristi le avevano liberate dalla neve.

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