L’eterna incompiuta della meccanizzazione agricola: stiamo parlando della legge per la revisione trattori, approvata 8 anni fa (era il 2015) e da lì, in stallo perenne poiché non sono mai arrivati i decreti per attuarla. Nemmeno il Governo Draghi, rimasto in carica dal febbraio 2021 al luglio 2022 e tra i più prolifici degli ultimi anni in fatto di decreti attuativi per misure approvate nelle precedenti legislature (si viaggiava a un ritmo di 70 al mese, per una media del 51% sul totale), era riuscito a smuovere le acque per un provvedimento atteso da così tanti anni e di vitale importante per un paese come il nostro, dove i mezzi agricoli vetusti (con più di 20 anni di lavoro sulle spalle) sono numerosissimi. A riaccendere i riflettori, in questo inizio di 2023, ci ha pensato Federacma, la sigla che riunisce i rivenditori di macchine agricole e da giardinaggio.

Revisione trattori, l’allarme di Federacma

“Solo un fronte comune di associazioni e istituzioni, pronte a fare ognuna la propria parte potrà permettere all’Italia di ottenere finalmente in maniera concreta la tanto attesa norma sulla revisione dei trattori agricoli e forestali”. Così ha esordito il segretario generale di Federacma Gianni Di Nardo, invitato al convegno “Prevenzione e sicurezza nell’uso delle macchine agricole” organizzato dall’Accademia dei Georgofili a Firenze. Nonostante l’impegno profuso dalla sigla nell’erogazione di corsi per la formazione degli operatori (oltre 300) per effettuare la revisione trattori, e nonostante le continue sollecitazioni alle istituzioni, la questione è rimasta per l’ennesima volta lettera morta.

Il tutto a fronte di dati che continuano a rimanere allarmanti: nel nostro paese, come la cronaca dimostra, ogni anno si contano oltre 120 incidenti mortali con i trattori, in cui spesso sono coinvolti mezzi agricoli vecchi, sprovvisti delle più elementari misure di sicurezza a bordo (come la roll-bar, diventata obbligo di fabbrica solo dal 1998, o le cinture, diventate obbligatorie soltanto dal 2005). “Su 700 mila trattori acquistati in precedenza – ha proseguito De Nardo – appena 80mila sono stati adeguati dal 2009 ad oggi. La stragrande maggioranza, dunque, non presenta livelli minimi di sicurezza. Una situazione su cui non si può rimanere inermi e che non prende ispirazione da Paesi come Germania, Francia, Gran Bretagna e Austria dove, con l’entrata in vigore della revisione dei mezzi agricoli, gli incidenti mortali sono crollati a poche unità”.

“L’auspicio – ha concluso – è che possa nascere una forte collaborazione tra associazioni e istituzioni che sostengano in maniera corale l’attuazione concreta e funzionale di una norma di civiltà e progresso. Siamo certi che i cavilli tecnici che si vogliono forzatamente inserire si possano facilmente superare con una decisione politica che qualcuno dovrebbe finalmente assumersi”.

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