Ci risiamo. Federacma, nel silenzio generale, prova a far risuonare ancora una volta lo storico proclama che, ormai da quasi dieci anni va ripetendo: “per garantire la sicurezza sulle strade è necessaria la revisione delle macchine agricole”. Per la sigla, l’occasione si è presentata durante l’ultimo intervento in audizione al Senato, nel corso del dibattimento per il disegno di legge sulle ‘Modifiche al Codice della Strada’. A causa dei continui rimandi (inseriti nel DL Milleproroghe), il provvedimento sulla revisione delle macchine agricole – ormai una chimera – giace nel cassetto da quasi dieci anni, dal lontano 2015.

In merito alle ‘Modifiche al Codice della Strada’ paventate dal Ministero dei Trasporto, Federacma “condivide le proposte di rinnovamento normativo ma se l’intento del provvedimento è quello di garantire maggiore sicurezza nella circolazione dei mezzi – ha dichiarato Gianni Di Nardo, segretario generale Federacma – chiediamo una forte e decisa volontà politica oltre ogni steccato partitico, per porre fine ad una tragedia che riguarda 120 decessi l’anno legati alla mancanza o all’usura dei più basilari sistemi di sicurezza sui trattori agricoli come cinture e rollbar antiribaltamento. Con l’attuazione della revisione, Stati come Germania, Francia, Gran Bretagna e Austria hanno ridotto del 90% i decessi relegandoli alla mera fatalità e ci auguriamo che ciò diventi presto realtà anche in Italia, portandoci fuori dal pericolo di infrazione comunitaria”.

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Se da un lato non viene rispettato il dettame previsto dall’UE in merito di revisione, viene richiesto dallo Stato Italiano l’obbligo assicurativo per il “rischio statico” per i mezzi agricoli, seppur fermi in aree private e non circolanti.

“Il recepimento della direttiva comunitaria è di impossibile attuazione in quanto vi è assenza di idonei strumenti assicurativi per tantissime fattispecie di situazioni”, ha concluso di Nardo. “Dopo il rinvio ottenuto con il Dl Milleproroghe, abbiamo chiesto un tavolo tecnico presso il Ministero dei Trasporti: in questi mesi non c’è stata alcuna convocazione e da lunedì la norma è tornata ad essere valida lasciandoci in un limbo che chiediamo di sanare quanto prima”.

In merito è in discussione un emendamento al Dl Agricoltura, in corso di conversione in Senato, per posticiparne ulteriormente l’entrata in vigore al prossimo anno.

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