Quattro stagioni capricciose. Lo dice il barometro del CEMA
Adesso anche l’Europa fa fatica a leggere la bussola e a trovare una direzione coerente. Negli ultimi mesi il ‘sentiment’ delle principali aziende produttrici di macchine agricole – interpellate dal barometro del CEMA – è passato dal fiero ottimismo al timido attendismo, fino a giungere al preoccupato andante pur non ancora abbandonato al pieno pessimismo. […]
Adesso anche l’Europa fa fatica a leggere la bussola e a trovare una direzione coerente. Negli ultimi mesi il ‘sentiment’ delle principali aziende produttrici di macchine agricole – interpellate dal barometro del CEMA – è passato dal fiero ottimismo al timido attendismo, fino a giungere al preoccupato andante pur non ancora abbandonato al pieno pessimismo.
Pur dicendosi assai impensierite dal calo degli ordini, infatti, le industrie europee ancora si dicono convinte che il bilancio finale per il 2019 sarà in crescita del 3 per cento sul 2018. Evidentemente, il fieno messo in cascina nel primo semestre dell’anno in corso è valutato sufficiente per bilanciare le difficoltà attese per l’estate e l’autunno.
Se non fosse per le buone performance del primo semestre…
“Il clima che si respira nell’industria delle macchine agricole ha continuato a deteriorarsi significativamente – è il commento del CEMA – Le prospettive per il futuro a breve termine hanno trascinato al ribasso l’indice delle aspettative. Così, per la prima volta dal 2016, la voce dei pessimisti è tornata a prevalere sugli ottimisti. Gli ordini, sia provenienti dai Paesi europei, sia dalle nazioni extra-UE, hanno iniziato a decrescere”.
Francia, Spagna, Italia, Svizzera e le nazioni dell’ex blocco sovietico vengono identificate come le uniche realtà (di rilievo) del Vecchio Continente dove le vendite attese non sono ancora scivolate in terreno negativo. Sorprendentemente – come detto – se interrogate sull’intero anno, le industrie di settore confermano che il giro d’affari del 2019 non sarà inferiore al 2018, grazie al volume elevato degli ordini messi in portafoglio nei mesi precedenti.