Psr Sicilia. Mazzette in Regione e giro di fatture false

Tangenti per assicurarsi un iter agevolato nei bandi del Psr e fatture false per gonfiare le spese finanziabili. Chi lo avrebbe mai detto? Parliamoci senza peli sulla lingua: l’indagine condotta della Procura di Palermo ha scoperchiato un malaffare che già da tempo molti agricoltori accusavano. Ebbene, a quanto pare non si trattava di insinuazioni prive di fondamento.

L’indagine della Procura di Palermo si è concentrata sull’iter di concessione di finanziamenti pubblici in agricoltura nell’ambito dei Programmi di Sviluppo Rurale Sicilia 2007/2013 e 2014/2020 che ruotano intorno all’Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura della Regione Sicilia, ente che deve valutare l’ammissibilità delle istanze volte ad ottenere i finanziamenti europei e nazionali. Dalle attività svolte, sono nati due filoni di indagine: il primo relativo sulla percezione indebita di finanziamenti pubblici, il secondo, sull’operato dei funzionari pubblici che avrebbero dovuto controllare i requisiti e l’attribuzione dei punteggi per l’ammissione al contributo delle domande di finanziamento.

Psr Sicilia. Una ‘cricca’ alla Regione

I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Palermo hanno eseguito 24 misure cautelari di cui 4 custodie cautelari in carcere, 12 arresti domiciliari e 8 obblighi di dimora. Coinvolti nell’inchiesta funzionari della Regione Sicilia e imprenditori accusati a vario titolo di associazione a delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione, falso in atto pubblico, rivelazione di segreto d’ufficio, soppressione e occultamento di atti pubblici.

Psr Sicilia. Mazzette in Regione e giro di fatture false

Nell’ambito del primo filone investigativo sono state scandagliate le domande di finanziamento sulle misure 121 e 123 del Psr Sicilia 2007/2013 per circa 10 milioni di euro percepiti tra il 2012 e il 2018 da due società riconducibili agli imprenditori Giovanni e Francesco Di Liberto. In particolare la Di Liberto S.r.l., ha avuto quasi 6 milioni di euro per l’ammodernamento dell’azienda agricola e per la realizzazione di un mattatoio a Ciminna (Palermo) e la Lpb Soc. Coop oltre 4 milioni di euro per la realizzazione di un complesso agro-industriale nel comune di Monreale.

Fondi per l’agricoltura tra organizzazioni criminali e pratiche clientelari

Le indagini hanno consentito di accertare l’esistenza di una organizzazione criminale, ideata dai fratelli Di Liberto, finalizzata a ottenere in modo illecito finanziamenti pubblici concessi dalla Regione Siciliana con la complicità di professionisti e di Filippo Cangialosi, funzionario istruttore dell’I.P.A. di Palermo. I Di Liberto sono riusciti a incassare indebitamente non solo le erogazioni relative a due domande di finanziamento, ma nel mese di dicembre 2019 anche la prima tranche di una terza domanda di un sussidio. La truffa è stata messa a segno documentando costi superiori a quelli sostenuti attraverso false fatturazioni emesse da società italiane ed estere.

Il secondo filone investigativo ha consentito di accertare l’esistenza di pratiche clientelari volte a favorire alcune domande di finanziamento relative ai PSR Sicilia 2007/2013 e PSR Sicilia 2014/2020, realizzate da pubblici ufficiali in servizio all’IPA di Palermo. L’inchiesta ha svelato la complicità tra chi chiedeva finanziamenti e alcuni dirigenti e funzionari dell’IPA di Palermo. Lo scopo era ottenere finanziamenti pubblici milionari concessi dalla Regione Sicilia alterando o sostituendo i documenti presentati a supporto delle richieste.

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