Pottinger, nell’ultimo anno fatturato a quota 506 mln €. Ripagate le strategie regionali
Con un ottimo +25% rispetto all'esercizio precedente, il costruttore austriaco rinforza la propria posizione di mercato, mantenendo costante la percentuale di esportazioni (91%)
Senza dubbio un anno da ricordare quello appena trascorso per Pottinger: nell’esercizio compreso tra il 1° agosto 2021 al 31 luglio 2022 lo specialista austriaco ha infatti fatturato ben 506 milioni di euro, mettendo a segno un incremento del 25% rispetto all’anno precedente (per un aumento complessivo di 101 milioni di euro sull’esercizio precedente). Un risultato storico per l’azienda che, di fatto, rappresenta l’aumento più corposo della sua storia. Numeri ancora più straordinari se si considera il difficile periodo che aveva colpito il settore agromeccanico, tra crisi pandemica e delle materie prime (e poi con gli effetti della guerra in Ucraina).
Un record che, come ribadito dallo stesso produttore, è stato possibile raggiungere grazie alla confluenza di molteplici fattori, in primis la diversificazione regionale e gli investimenti finalizzati allo sviluppo delle strategie nei confronti dei singoli mercati in cui esporta i suoi prodotti. Da non trascurare poi la cultura della collaborazione tra dipendenti, distributori dell’azienda (in Austria e in tutto il mondo) e fornitori, a cui si è affiancato lo sviluppo di macchinari più performanti e l’introduzione di tecnologie più innovative per l’agricoltura 4.0.
Pottinger, risultati positivi su tutta la linea
In termini di vendite, le attrezzature per la praticoltura di Pottinger hanno registrato ancora una volta un’ottima performance, rappresentando la quota maggiore del fatturato, con il 67% del totale. Nel segmento dei carri autocaricanti, dove Pöttinger è da molti anni leader del mercato mondiale, l’azienda non solo ha ottenuto un’enorme crescita delle vendite di quasi il 13%, ma ha anche vinto il premio FARM MACHINE 2022 per il nuovo modello di JUMBO.
La quota delle macchine per seminativi nelle vendite di macchinari è del 33% e deriva dal successo delle macchine intelligenti per la coltivazione del suolo e della tecnologia di semina, nonché dal nuovo segmento della cura delle colture con i nuovi prodotti FLEXCARE e ROTOCARE. Un altro piacevole sviluppo è stato registrato dalla business unit dedicata ai ricambi originali. L’aumento, in questo frangente, è di circa il 12% ed è da attribuibile principalmente alle capacità del centro logistico, al team di assistenza e alla disponibilità a lungo termine di ricambi e parti soggette a usura.
L’export è la principale voce del fatturato. Ma le radici austriache sono solide
Nonostante la vocazione di Pottinger sia prettamente orientata verso l’export – che quest’anno ha raggiunto la vertiginosa cifra del 91% del totale – le quote di vendita in territorio austriaco restano comunque elevate e rappresentano il 9% del totale. Un valore che, di fatto, pone l’Austria al terzo posto della classifica globale dei paesi in cui il produttore vende più macchinari. Quasi il 60% del fatturato totale è stato realizzato in Germania, Francia, Austria, Polonia, Stati Uniti e Svizzera.
Potrebbe interessarti
Pottinger AEROSEM VT, annunciata una nuova combinazione per la seminatrice pneumatica trainata
I mercati più importanti sono la Germania, con quasi il 18%, e la Francia, che rappresenta quasi il 15% del fatturato. È positivo che nell’ultimo anno finanziario sia stata raggiunta una crescita costante in entrambi i mercati. Tra gli altri mercati che si sono distinti in termini di aumento delle vendite di macchine vi sono quelli degli Stati Uniti (+75%), del Canada (+29%) e dell’Australia (+34%). In diversi Paesi europei, come il Belgio (+52%), la Polonia (+36%), la Svezia e la Danimarca (ciascuna con un +35%), la domanda è aumentata notevolmente.
Un contributo importante allo sviluppo internazionale dell’azienda è stato dato dalle 17 sedi di vendita in tutto il mondo e dai cinque stabilimenti di produzione in Europa. Durante lo scorso esercizio finanziario sono state impiegate in media 2.017 persone provenienti da 36 nazioni diverse, rispetto alle 1.929 dell’anno precedente. Anche questo dimostra l’orientamento internazionale dell’azienda non solo verso l’apertura nei confronti delle diverse culture, ma anche ai differenti requisiti richiesti alle macchine agricole in ogni Paese.