Porsche, i ‘trattori del popolo’ che anticiparono le auto di lusso
Risale alla fine degli ’30 la nascita della divisione trattoristica della Porsche, ancora oggi uno dei punti di riferimento mondiale per il segmento delle automobili di lusso. I venti di guerra iniziavano già a soffiare sull’Europa quando, nel 1937, il regime nazista incaricò l’ingegnere Ferdinand Porsche di sviluppare il cosiddetto ‘trattore del popolo’ (Volk-schlepper in […]
Risale alla fine degli ’30 la nascita della divisione trattoristica della Porsche, ancora oggi uno dei punti di riferimento mondiale per il segmento delle automobili di lusso. I venti di guerra iniziavano già a soffiare sull’Europa quando, nel 1937, il regime nazista incaricò l’ingegnere Ferdinand Porsche di sviluppare il cosiddetto ‘trattore del popolo’ (Volk-schlepper in tedesco), sull’onda del successo riscontrato dal lancio dell”auto del popolo’ (sempre ideata da Porsche), ovvero quella ‘Volkswagen’ destinata a rivoluzionare le sorti dell’automobile europea.
Alla progettazione del primo storico modello, il 110, seguì praticamente in tempo record, quella del 111: due icone dell’agromeccanica del Novecento. Entrambi montavano un motore a benzina raffreddato ad aria. Alla Germania occorreva potenziare la disponibilità di trattori agli agricoltori per aumentare le rese dei campi, in vista dell’imponente sforzo bellico che, da lì a qualche mese, l’avrebbe vista impegnata su più fronti, in linea con le direttive hitleriane. Fu così che venne messa a punto la costruzione di uno stabilimento per la produzione di trattori nella cittadina di Waldbroel. Negli anni successivi, nel pieno del conflitto bellico, videro la luce i modelli 112 e 113, quest’ultimo con un motore più grande dei tre predecessori e una trasmissione a quattro marce.
Porsche, la rinascita nel dopoguerra
Dopo la fine della guerra, al modello 312 da 20 cv seguì il modello AP17: mentre la ‘P’ stava per ‘Porsche’, la ‘A’ era l’abbreviazione di Allgaier, dal nome di una storica famiglia che produceva trattori, a cui fu delegata la costruzione del nuovo modello della Porsche. L’AP17 era dotato di un motore diesel 2 cilindri raffreddato ad aria da 18 cv, una struttura in metallo leggero. Un modello, l’AP17, destinato ad incontrato un successo talmente clamoroso negli anni successivi da spingere la Allgaier ad acquisire un vecchio stabilimento della Dornier (azienda specializzata nella costruzione di aeroplani) a Friedrichshafen per aumentarne la produzione. Nel 1951 erano già stati venduti più di 5000 trattori.
All’AP22 segui prima l’AP17 e, poi, nel 1953, una nuova serie di macchine agricole, tutte equipaggiate con unità intercambiabili del sistema propulsivo (cilindri, teste dei cilindri, pistoni ecc): si trattava degli A111, A122 e A133. Nonostante un primo momento di grande successo commerciale, le vendite iniziarono a calare e gli Allagaier furono costretti a vendere la fabbrica di Friedrichshafen. Fu rilevata dalla Mannesmann. Fu in questo periodo che il marchio cambiò in “Porsche Diesel”. Con l’arrivo del modello AP18 la produzione riprese.
Nel 1957 arrivarono nuove macchine sul mercato, con nomi diversi rispetto alla tradizione Porsche: fu così che videro la luce il Junior, lo Standard e il Super, tre icone della meccanizzazione agricola tedesca degli anni ’50. Negli anni successivi questi tre rimasero i modelli di punta di Porsche. Ma nel 1963, a cause di alcune complicazioni finanziarie, la produzione volse al termine e venne creata una nuova compagnia con Renault. Alla fine tutte le fabbriche di trattori vennero vendute alla Daimler-Benz. E fu così che calò il sipario su un glorioso trentennio di agromeccanica teutonica.