Il progetto nazionale del fotovoltaico in agricoltura, entrato nel vivo del suo sviluppo con il decreto che fornisce le direttive necessarie all’avvio della misura “Parco Agrisolare” firmata dal ministro Patuanelli, diventa di mese in mese sempre più concreto. Infatti, in base a uno studio pubblicato da Crif (tra i principali fornitori di soluzioni tecnologiche globali per il settore dei servizi finanziari), le imprese agricole italiane pienamente eleggibili per ottenere gli incentivi stanziati nel solco del PNRR sono ben 4.999, a fronte di una platea di di potenziali beneficiari di 599.736 aziende del settore primario.

Sul piatto ci sono 1,5 miliardi di euro con l’obiettivo di introdurre misure per potenziare la produzione di energia rinnovabile per il settore agricolo e per semplificare i procedimenti di autorizzazione per ammodernare le linee elettriche esistenti. Gli stanziamenti previsti dal bando per l’investimento 2.2 ‘Parco Agrisolare’ (inserito dal CdM nel Decreto Energia e Investimenti di recente pubblicazione), si inseriscono nella Missione 2 (di 6) del PNRR, quella dedicata alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica con quasi 60 miliardi di fondi complessivamente stanziati.

Parco Agrisolare e PNRR, lo studio di CRIF sulle imprese del settore primario

Per avere una visione chiara delle PMI in Italia, a partire dal patrimonio informativo proprietario, CRIF ha analizzato la totalità delle oltre 5 milioni di imprese attive con la suite di indicatori ‘PNRR-Index’. Si tratta della nuova generazione di indicatori sviluppati da CRIF, che – valorizzando il proprio ecosistema di dati, know-how e piattaforme digitali – valutano l’eleggibilità delle imprese per i singoli investimenti PNRR. Dall’analisi presentata da CRIF emerge che in Italia le imprese agricole eleggibili sono complessivamente 599.736, di cui 4.999 pienamente in linea con l’investimento ‘Parco Agrisolare”. Per questa iniziativa sono considerate pienamente in linea le imprese strutturate e avanzate da un punto di vista della sostenibilità, dell’innovazione e dell’internazionalizzazione

Le regioni maggiormente rappresentate relativamente alle imprese agricole pienamente in linea con i requisiti sono la Toscana (con il 16,7% del totale), il Veneto (14,3%) e la Lombardia (11,2%). Tra le regioni del Sud si menzionano la Sicilia (4,4%) e la Puglia (3,8%). Da un punto di vista dimensionale, il 62,2% delle imprese agricole pienamente in linea con l’investimento conta meno di 8 dipendenti. Per quanto riguarda l’affidabilità creditizia, le imprese agricole pienamente in linea con l’investimento del PNRR risultano meno rischiose rispetto al totale di quelle eleggibili: solo il 12,9% delle eleggibili presenta un rischio minimo rispetto al 46,61% delle imprese in linea con l’investimento analizzato.

Target primario dell’iniziativa ‘Parco Agrisolare’ sono le imprese agricole ma nell’analisi CRIF ha effettuato un ulteriore focus specifico sulle imprese produttrici di impianti ed energia elettrica, in quanto beneficiari indiretti, in quanto ad esempio potenziali fornitori delle imprese agricole stesse per la realizzazione dei progetti. L’approfondimento evidenzia che sono 6.489 le imprese italiane produttrici di impianti ed energia elettrica pienamente rispondenti con l’investimento ‘Parco Agrisolare’. In questo caso le regioni maggiormente rappresentate sono la Lombardia (con il 15,2% del totale), il Piemonte (14,3%) e il Veneto (10,4%) mentre nel Sud Italia emergono Sicilia (6,2%) e Puglia (5,4%). Relativamente all’affidabilità creditizia, anche in questo caso le imprese pienamente in linea sono meno rischiose: nello specifico, il 16,6% mostra un rischio minimo rispetto al 7,8% del totale delle imprese eleggibili.

Il caso dell’Emilia-Romagna

L’analisi CRIF ha dedicato un focus sulla regione Emilia-Romagna, data la rilevanza della filiera agroalimentare nella “Food Valley” e delle numerose eccellenze DOP e IGP. Tra le 48.686 imprese agricole eleggibili, sono 521 quelle pienamente in linea con l’investimento ‘Parco Agrisolare’. A livello territoriale, la provincia di Forlì-Cesena risulta la più rappresentata con 92 imprese, seguita da Ravenna (83), Bologna (77) e Modena (62). Il 61,8% delle imprese Emiliano-Romagnole pienamente in linea con i requisiti richiesti ha meno di 9 dipendenti e, anche in questo caso specifico, risultano meno rischiose, con una quota di imprese a rischio minimo (64,5%) significativamente maggiore rispetto al totale delle imprese eleggibili (31,6%).

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