Pm10 e Coronavirus. La zootecnia lombarda sul banco degli imputati nella puntata di Report
L’agricoltura padana alla gogna. La TV pubblica punta il dito sul settore primario indicandolo come possibile fonte di diffusione del virus. In particolare la puntata di Report di Pasquetta (seguita da tre milioni di spettatori) ha proposto un servizio in cui metteva in relazione la zootecnica lombarda con i livelli di Pm10 nell’aria, incrociando poi i dati […]
L’agricoltura padana alla gogna. La TV pubblica punta il dito sul settore primario indicandolo come possibile fonte di diffusione del virus. In particolare la puntata di Report di Pasquetta (seguita da tre milioni di spettatori) ha proposto un servizio in cui metteva in relazione la zootecnica lombarda con i livelli di Pm10 nell’aria, incrociando poi i dati con i contagi da Coronavirus.
«Solo pochi giorni fa – si spiega nel servizio– è uscito uno studio preliminare della Società italiana di medicina ambientale che ipotizza una correlazione tra la diffusione del Coronavirus in Pianura Padana e l’inquinamento da Pm10. Il caso monitorato è quello di Brescia e provincia, che insieme a Bergamo ha raggiunto il più alto numero di contagi. Ed è a Brescia che siamo stati la prima metà di febbraio a documentare come avvengono gli spandimenti di liquami sui terreni, mentre il virus si stava diffondendo tra la popolazione».
La tesi di Report
«Se si guarda la mappa sulla densità di emissioni dell’ammoniaca in Pianura Padana ci si accorge che la parte con le più alte soglie corrisponde al triangolo tra Brescia, Mantova e Cremona, quello con il maggior numero di allevamenti intensivi d’Italia. Secondo l’Arpa esiste una correlazione tra gli spandimenti e l’aumento del Pm10: eppure la Regione per tutto il mese di febbraio ha concesso ben 7 volte l’autorizzazione degli spandimenti nel Bresciano anche se era in vigore il blocco invernale.
Quello che è successo, guardando i dati Arpa (l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente), è che nei giorni in cui sono stati autorizzati gli spandimenti ci sono stati diversi sforamenti dei limiti di Pm10. Nel position paper della Società italiana di medicina ambientale si ipotizza che il Pm 10 abbia aiutato la diffusione del Coronavirus: il particolato avrebbe trasportato come un aeroplano le particelle del virus a decine di metri di distanza, aumentando i contagi».
La replica di Confagricoltura
«Quanto proposto da Report la sera di Pasquetta spinge il telespettatore a sviluppare immotivate paure e ragionamenti basati su teoremi precostituiti, completamente avulsi da un’oggettiva analisi dei dati e delle situazioni. Lo schema narrativo fa leva sul clamore, la paura e l’informazione taciuta punta ad ottenere e ottiene, audience.
L’informazione è altra cosa. L’Ispra certifica che tutta l’agricoltura italiana impatta per il 7 per cento sulle emissioni di gas serra (di cui poco meno del 5 per cento dovuto alla zootecnia e il 2 per cento alle coltivazioni) mentre i trasporti per il 24 per cento e l’energia per il 57 per cento. Altro dato: tutte le emissioni di gas serra di tutto il sistema agricolo dal 1990 al 2015 sono rimaste costanti (nel 1990 erano il 25 per cento di Co2 equivalente, oggi il 20 per cento, mentre nello stesso arco di tempo l’agricoltura ha dato da mangiare a 2.5 miliardi di persone in più).
Ma in queste trasmissioni i dati sono stati piegati in passaggi logici, che non reggono neppure ad una prima analisi, per poter malevolmente additare l’agricoltura tra i principali responsabili dell’inquinamento del pianeta e addirittura accostare l’attività agricola, in particolare l’allevamento, in maniera davvero improvvida allo sviluppo della pandemia di Covid-19. Il tutto ingenerando confusione tra i nostri allevamenti e quelli di Paesi lontani che non soddisfano certo tutti gli elevatissimi standard in materia sanitaria, veterinaria e di benessere animale che sono da anni imposti in Unione europea».
Ancora più tranciante la risposta dell’assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi, Fabio Rolfi.
«Si tratta di un tentativo maldestro, una balla colossale che non può essere diffusa in prima serata sulla televisione di Stato. È l’ennesima azione denigratoria infondata verso un settore economico che tiene in piedi il Paese. In queste settimane l’agricoltura e la zootecnia non si sono fermate, ma la qualità dell’aria è migliorata considerevolmente. E la concentrazione di Pm10 è calata a dismisura».