Mentre l’entrata in vigore della prossima PAC si fa sempre più vicina, dalle sigle di settore e dagli esperti iniziano a giungere i primi preoccupanti segnali di allarme sulla perdita di potere economico che gli stanziamenti potrebbero subire. A ribadirlo, in questa occasione, è stato il think tank Farm Europe: in base all’analisi effettuata sugli stanziamenti previsti nel periodo 2021-2027 (ovvero 386 miliardi e 602 milioni €), è emerso che l’attuale inflazione, schizzata alle stelle per una serie di cause concatenate (scoppio della guerra in Ucraina, rincari energetici, carenza di materie prime ecc), potrebbe mandare in fumo quasi 85 miliardi di aiuti europei (84,57 miliardi di euro per la precisione).

PAC, con l’inflazione i rischi si moltiplicano

Questo perché la programmazione fatta dall’Unione Europea degli stanziamenti contenuti nella PAC è stata decisa in un momento storico in cui l’inflazione era estremamente più bassa rispetto a quella attuale, ovvero quando i valori si attestavano intorno ad un andamento del 2% annuo (attualmente è alla preoccupante cifra del 10%). Nell’intero periodo 2021-2027 l’inflazione porterà dunque a una riduzione di media del -22% del valore reale del budget rispetto al 2020. Una percentuale destinata a salire ulteriormente nell’ultimo anno, quando il calo sarà del -34,1% se rapportato al 2020, con la perdita di oltre 1/3 degli stanziamenti che saranno assorbiti dal costo maggiore dei prodotti, dai concimi alle attrezzature.

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In base all’analisi di Farm Europe il primo pilastro della PAC perderà ben 68,60 miliardi di euro, mentre il secondo perderà 15,97 miliardi di euro, con ricadute sulle possibilità di investimento e di espansione delle imprese agricolo dei singoli stati europei. Farm Europe ha avanzato alcune proposte per tentare di alleviare le possibili conseguenze dell’inflazione sul settore primario europeo. Da una parte si potrebbe tentare di calcolare il bilancio della PAC in termini reali, adeguandolo annualmente al livello dell’inflazione; poi si potrebbe creare un vero e proprio fondo di investimento dell’UE mirato ai settori strategici che necessitano di una transizione come l’agricoltura e l’energia, invece di lasciare un approccio basato sugli aiuti di Stato, definito come “aleatorio”.

Gli agricoltori, inoltre, rischiano di non ricevere i compensamenti economici per i costi maggiori che dovranno sostenere nei prossimi anni per affrontare misure (come quella sui fertilizzanti) varate proprio perché a fornire sicurezza vi erano gli stanziamenti della PAC. Un ‘cuscinetto’ destinato tramutarsi in pietra senza i dovuti accorgimenti.

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