OM T 240, la storia del testacalda ‘superquadra’ prodotto a partire dal 1929
Il marchio lombardo si avventurò nel mondo del trattore nel 1929 con i testacalda T 240. In una decina d’anni ne produsse quasi duemila
Il primo trattore OM, studiato e testato dalla prima metà degli anni Venti, fu il tipo 30 che avrebbe poi preso il nome di T 240. Presentato alla Fiera di Verona del 1929, era spinto da un motore testacalda, che allora era un propulsore apprezzato in tutta Europa per le doti di semplicità e potenza. I tecnici della Casa milanese idearono un motore ‘superquadro’ con alesaggio pari alla corsa, 240 x 240 mm e cilindrata di 10.870 cc. Il regime nominale era piuttosto contenuto, pari a 450 giri per una potenza di 30 cavalli.
Il funzionamento era più ‘rotondo’ e meno brusco di quello di un corsa lunga ma generava maggior calore soprattutto a livello della camera di combustione. Per ovviare a questo inconveniente, quando il motore andava sotto sforzo, veniva automaticamente raffreddato da un piccolo getto d’acqua immesso nell’aspirazione.
OM T 240, un sistema di raffreddamento sui generis
Il raffreddamento era a ‘vasca ad ebollizione’ situata direttamente sopra il cilindro dove l’acqua assorbiva il calore ed evaporava. Il sistema necessitava di frequenti rabbocchi e in OM studiarono un circuito composto da una pompa che inviava l’acqua al di sopra di una griglia traforata. Per forza di gravità l’acqua scendeva a pioggia mentre veniva raffreddata da una ventola.
Il sistema fu definito a ‘pioggia in carter chiuso’. Il motore poteva funzionare senza controindicazioni in entrambi i sensi ed era accoppiato a un cambio a due marce avanti e due retro. Per motivi di spazio e per rendere più compatto il trattore, il serbatoio del carburante era posto sotto al sedile dotato di molla a lamina. Sotto al serbatoio era presente anche un comodo vano portattrezzi.
Il pallino della robustezza
La struttura del testacalda OM era semplice e robusta: di tipo autoportante, comprendeva il motore imbullonato a un’unica scatola contenente il cambio e la trasmissione finale. L’attenta progettazione del trattore diede vita ad un mezzo molto compatto e relativamente leggero. Il T 240 era lungo 2.450 mm, con un passo di 1.450 mm ed era largo un metro e mezzo. Era anche ben manovrabile, molto più dei pari potenza con motore testacalda presenti allora sul mercato.
Il peso era di 2.100 chili e l’OM riusciva a muoversi nei campi senza calpestare troppo il terreno. Nel 1936 venne sostituito dal tipo 360 dotato dello stesso motore ma con un regime nominale di 485 giri per erogare una potenza di 36 cavalli. Venne prodotto fino al 1938 per lasciare il posto a trattori con motore a petrolio e poi Diesel.