La OM aveva esordito nel mondo dei trattori nel 1929 con il tipo 30, spinto da un propulsore testacalda. Nei primi anni Trenta la Casa entrò nella galassia Fiat ma gli fu concesso di rimanere ancora libera di effettuare le sue scelte e prese una decisione inaspettata: nel 1939 sostituì i testacalda con un nuovo trattore a petrolio, il 2 TM. Era la copia conforme del Case modello L, prodotto oltre oceano sin dal 1929 e anche importato in Italia.

Il nuovo OM 2 TM era un gran trattore, piacevole anche esteticamente: su tutto spiccava la bella calandra nata per l’autocarro OM 1 CRD del 1934 e perfezionata sul famoso Taurus presentato nel 1939, come il 2 TM. Sotto il cofano arrotondato pulsava un motore a petrolio a quattro cilindri dotato di una generosa cubatura, 6,4 litri. La corsa lunga gli conferiva una notevole elasticità che assieme alla potenza di 40 cavalli consentiva prestazioni di tutto rilievo. Il motore si metteva in moto a benzina e allo scopo era presente un serbatoio da 12 litri oltre a quello del petrolio dalla capacità di 115 litri.

Potente e ben manovrabile, l’OM 2 TM era anche un bel trattore, con la calandra che riprendeva il family feeling di tutti i veicoli OM dell’epoca. Sotto, la versione stradale PG48 restaurata

OM 2 TM, una meccanica d’altri tempi

Quel notevole propulsore trasmetteva il moto tramite una frizione comandata con una leva manuale al cambio 3 x 1. Era posto trasversalmente al trattore e forniva tre rapporti in avanti di 4,1, 5,6 e 7 km/h. Questo con il rapporto di riduzione standard 22/32. Chi desiderava velocità più lente poteva ordinare senza sovrapprezzo due diversi rapporti di riduzione in grado di abbassare ulteriormente le velocità.

Una robusta doppia catena a rulli trasmetteva poi il moto alla scatola del differenziale in bagno d’ olio. Esistevano due freni, uno comandato a leva che agiva sulla puleggia, mentre un’altro a pedale interveniva sulla trasmissione. Il posto guida era spazioso e protetto dai grandi parafanghi e da una piattaforma di guida di notevoli dimensioni.

QUASI IDENTICI Non esistono prove di un accordo tra Case e OM, né memorie storiche che spieghino quanto successe, ma i due trattori erano quasi identici. Il cofano OM era più arrotondato e con pannelli laterali di protezione, assenti sul Case. La cilindrata del motore OM era leggermente inferiore e il serbatoio carburante era più capiente. Anche il peso era maggiore, 2.600 chili contro 2.200.

Rispetto agli altri trattori dell’epoca, l’OM era anche manovrabile, il passo contenuto consentiva un raggio di sterzo di soli 4,5 metri. La struttura portante era molto robusta, costituita dal supporto per l’assale anteriore, dal motore e dalla scatola trasmissione. Veniva fornito di serie con la puleggia e la barra di traino mentre la presa di forza e l’impianto elettrico erano a richiesta.

Completo, potente e gradevole, il 2 TM non ebbe però il successo sperato. Ne vennero prodotti mille esemplari in 13 anni cui si devono aggiungere altre 50 unità del PG 48, versione stradale con pneumatici. Uscì dalla scena nel 1951 per lasciare il posto al trattore OM più famoso di tutti i tempi, il mitico 35/40.

In primo piano

Tractor of the Year 2025, ecco chi ha vinto

Nella categoria HighPower vince il Case IH Quadtrac 715. Fendt, invece, si porta a casa il titolo nella categoria MidPower. Steyr, invece, con il 4120 Plus vince negli Utility. Antonio Carraro convince negli Specialized. Ecco tutti i vincitori

Articoli correlati