Nvubu, un “ippopotamo” a sei ruote che dal Sudafrica voleva rivoluzionare l’agricoltura globale
A metà tra un mezzo anfibio e una vasca da bagno, era uno dei tanti concept che a inizio millennio si erano prefissati di rivoluzionare il settore primario, grazie ai costi estremamente ridotti. Ma che a livello internazionale scomparse in fretta dai radar
Più che un trattore sembrava una grande vasca da bagno con tanto di ruote e cupolino. Ma, per i suoi inventori, i sudafricani Erwin Nel e Colin Fourie, doveva essere la classica innovazione geniale destinata a rivoluzionare il futuro dell’agricoltura. O, per lo meno, di quella del Continente nero. Realizzato con uno speciale acciaio ad alta resistenza, ‘Nvubu’ (che nella lingua locale significa ippopotamo) era infatti un mezzo anfibio a 6 ruote, mosso da un bicilindrico raffreddato ad aria, che poteva essere equipaggiato con aratro, erpici e attrezzature.
Nvubu, un ippopotamo d’acciaio per le piccole imprese agricole
Dopo una prima applicazione nelle miniere all’inizio del 2000, due anni dopo sembrava aver trovato in agricoltura il suo habitat naturale. Nei 15 anni successivi ci si aspettava che il Sudafrica rinnovasse profondamente la struttura delle sue attività agricole con la creazione di un migliaio di aziende (cosa che, poi, a cavallo degli anni ’10 del nuovo millennio è effettivamente avvenuta). Ed era proprio a loro che Nvubu guardava con particolare attenzione, puntando soprattutto su un prezzo molto aggressivo: meno di 7.200 euro, quando un trattorino normale di pari potenza e dimensioni non riusciva a scendere, ai tempi, sotto i 16.500 euro.
Dalla sua, aveva anche la possibilità di portare fino a cinque persone, superare grandi pendii con inclinazioni di 45 gradi e di muoversi agilmente in presenza di corsi d’acqua. Il peso era incredibilmente contenuto. grazie soprattutto all’impiego di acciai speciali: solamente 417 chili, comprese le barre di protezione in caso di ribaltamento. I progettisti sembravano intenzionati a invadere con il loro ippopotamo tutti i mercati mondiali.
Prima l’Africa Australe, poi l’America del Nord e l’Europa (dove comunque si prevedeva per Nvubu un impiego più da tempo libero che da lavoro). Il progetto si era portato a casa anche la menzione d’onore per l’edizione 2001 dello ‘Swedish Steel Prize’, riconoscimento internazionale dato ai più innovativi impieghi dell’acciaio. Un bel biglietto da visita per il mercato europeo. Dopo i primi concept del 2000-2002 per qualche anno fu effettivamente prodotto ma in poco tempo se ne persero le tracce.