La Guardia di Finanza ha pizzicato altri ‘furbetti’ della PAC, una piaga che da anni dilaga nelle campagne di tutta Italia. A finire nel mirino dei finanzieri, questa volta, un’azienda agricola di San Pietro Mosezzo, in provincia di Novara. L’accusa è pesante: truffa aggravata e malversazione a danno del bilancio dell’Unione Europea.

A scoprirlo l’European Public Prosecutor’s Office di Torino (più comunemente noto con l’appellativo di ‘Eppo’). Si tratta uno degli uffici della procura europea dislocati su tutto il territorio comunitario per adempire alla sorveglianza dei fondi UE stanziati nei vari settori di competenza (quello agricolo in questo caso, con la PAC 2023-2027). Nel nostro Paese si è insediato nel 2021.

Novara, una truffa da mezzo milione di euro

Al centro delle indagini della Guarda di Finanza, coordinata proprio dall’Eppo di Torino, l’appropriazione indebita di oltre 500mila € da parte della realtà agricola in questione. Immediato il sequestro di capitale e di immobili per un totale di 530mila €, ovvero per la somma indebitamente ottenuta in seno alla PAC più i profitti derivanti dall’usufrutto di impianti aziendali – probabilmente costruiti con i fondi comunitari ingiustamente ottenuti – da parte di aziende esterne. Il provvedimento di sequestro preventivo è stato avallato dal gip di Novara.

La società agricola accusata, in sostanza, sarebbe nata soltanto dopo la pubblicazione del bando comunitario della PAC. Di fatto una società di facciata nata dall’unione di altre cinque imprese agricole più piccole per ottenere un punteggio in graduatoria più alto nel bando. Cosa che poi è effettivamente avvenuta: l’azienda è riuscita infatti ad accaparrarsi gli stanziamenti europei, per una cifra di poco superiore al mezzo milione di euro per la costruzione di impianti di essiccazione del riso.

Dopo approfondite indagini, la Guardia di Finanza e l’Eppo hanno scoperto che il 95% delle quote era detenuta da sole tre delle cinque aziende che, tra l’altro, erano intestate alla stessa persona. Le altre due società, insieme, coprivano poco più del 5% dell’intera compagine sociale. Dunque i controlli per il corretto utilizzo della PAC – che da sola, va ricordato, rappresenta oltre il 30% del bilancio dell’Ue – proseguono incessantemente. Uomo avvisato, mezzo salvato.

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