‘Non è tutto oro ciò che luccica’. Il caso dei conti in rosso degli agricoltori Usa
Gli agricoltori americani sono sempre più indebitati. Lo illustra uno studio dell’US Department of Agriculture e dell’Illinois Farm Business Farm Management, secondo cui il picco assoluto di indebitamento è stato raggiunto nel 1980 con 365 miliardi di dollari. Da allora è iniziato un lungo periodo di riduzione che è di fatto terminato nel 2004. Da allora […]
Gli agricoltori americani sono sempre più indebitati. Lo illustra uno studio dell’US Department of Agriculture e dell’Illinois Farm Business Farm Management, secondo cui il picco assoluto di indebitamento è stato raggiunto nel 1980 con 365 miliardi di dollari. Da allora è iniziato un lungo periodo di riduzione che è di fatto terminato nel 2004. Da allora è ricominciata una nuova fase di espansione, fino a tornare sugli stessi livelli dei primi anni Ottanta.
Molto significativo è l’andamento dei debiti riferiti a un caso studio (lo Stato dell’Illinois) e alla coltivazione dei cereali. Il debito per acro di terreno coltivabile ha ormai raggiunto i 700 dollari, partendo dai 258 del 1991. Uno strappo al rialzo particolarmente sostenuto è stato registrato tra il 2012 e il 2014 (con un salto da 603 a 674 dollari).
Le ripercussioni sugli investimenti
Fortunatamente, grazie all’andamento favorevole dei tassi, l’interesse medio pagato nel corso degli anni non ha subito una crescita così traumatica. Nel 1991 era pari a 20,72 dollari per acro coltivabile, nel 2015 è stato di 20,20 dollari per acro.
Negli anni d’oro, quando la remunerazione delle produzioni agricole era più elevata e meno instabile di oggi, questa situazione finanziaria non era ritenuta particolarmente onerosa; oggi il quadro generale dell’economia è cambiato e questi dati fanno suonare un primo campanello d’allarme. Con una inevitabile eco sugli investimenti in beni mobili e dunque anche sull’acquisto di trattori e macchinari.