New Holland serie G. Due facce una razza
Nel 1993, due anni dopo la fusione tra Fiatagri e Ford, la neonata società scelse la denominazione New Holland, continuando però a commercializzare i suoi trattori coi due marchi d’origine. È così che lo stesso trattore veniva venduto nel colore blu con la scritta Ford, oppure nel colore rosso con la scritta Fiatagri. I primi […]
Nel 1993, due anni dopo la fusione tra Fiatagri e Ford, la neonata società scelse la denominazione New Holland, continuando però a commercializzare i suoi trattori coi due marchi d’origine. È così che lo stesso trattore veniva venduto nel colore blu con la scritta Ford, oppure nel colore rosso con la scritta Fiatagri.
I primi trattori con la doppia livrea furono le serie Fiatagri G e Ford 70, 4 modelli prodotti dal 1993 al 1997 con potenze nominali di 170, 190, 210 e 240 cavalli, e poi dal 1998 al 2000 con l’esclusione del modello più piccolo, ritenuto troppo pesante per la sua potenza.
New Holland serie G. Il motore era di origine Ford
A muoverli era il 6 cilindri Genesis di origine Ford, 7,5 litri di cilindrata, costruito in Inghilterra con modifiche apportate dai tecnici Iveco. Caratteristica di questo motore era la ‘potenza costante’, cioè raggiungeva la potenza nominale a 1.600-1.700 giri, per poi aumentare di qualche cavallo a 1.800, e tornare al valore nominale a 2.100. Le potenze massime erano dunque di 180, 191, 223 e 247 cavalli. Ciò forniva un’elasticità inusuale per i motori di quei tempi, enfatizzata anche dalla riserva di coppia del 40 per cento.
Di una semplicità e praticità inedite per quei tempi era anche la trasmissione full powershift, che consentiva di inserire 18 marce in avanti e 9 retro spostando a destra o a sinistra la leva del cambio senza azionare la frizione.
New Holland serie G. L’unico col Supersteer
L’altra peculiarità della serie G era il ponte anteriore Supersteer, con un angolo di sterzo di 68 gradi, che conferiva a questi trattori un’agilità impareggiabile. Il Supersteer aumentava poi il peso sull’anteriore del veicolo e ne allungava il passo, conferendo maggiore stabilità nei trasporti e nell’aratura fuorisolco.
Il successo di queste serie fu enorme (con l’avvento della serie G il mercato dei trattori over 200 in Italia passò da circa 60 a oltre 250 unità all’anno), e contribuì a far percepire l’immagine di New Holland come quella di un costruttore di trattori tecnologici d’alta potenza, e non più solo di trattori semplici e di potenze medio-basse come era sempre stato Fiat.