Ministero dell’agricoltura e della sovranità alimentare, le reazioni delle associazioni di settore
Uncai, Coldiretti e Confagricoltura hanno augurato buon lavoro al neo ministro del MiPAAF Francesco Lollobrigida e hanno commentato la scelta del cambiamento del nome del dicastero
In occasione dell’insediamento del Governo Meloni e della nomina di Francesco Lollobrigida alla guida del rinnovato Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, le associazioni di categoria del settore agricolo e agromeccanico hanno colto l’occasione per fare gli auguri di buon lavoro al neo ministro e per commentare il cambiamento nominale, tematica al centro di un acceso dibattito nel settore.
Ad aprire le danze ci ha pensato la sigla dei contoterzisti. “Per quello che potrebbe essere un nuovo inizio per l’agricoltura italian – ha esordito il presidente di Uncai Aproniano Tassinari – l’augurio che Uncai fa al ministro della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida è di un respiro profondo prima del balzo, perché l’agricoltura è un impresa complessa e spesso dovrà saper dire con forza ‘Non passerai!’, a vecchi schemi e a fatue rappresentazioni bucoliche, a talune spinte e spine antiscientifiche, alla retorica del si è sempre fatto così e del poco ma buono, a propagandistici obiettivi green”.
“Anche se erte, certe strade è meglio intraprenderle che scansarle, soprattutto quando ciò significa entrare nella grande storia dell’agricoltura, che continua attraverso i secoli, con il chiaro compito di lasciare a quelli che verranno terra sana e pulita da coltivare”, prosegue il Presidente di Uncai, che poi ha invitato Lollobrigida al Forum dei Contoterzisti a Bologna il prossimo giovedì 10 novembre.
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A Uncai ha fatto eco la Coldiretti, che non ha mancato di ribadire la propria approvazione all’aggiunta dell’espressione “Sovranità Alimentare” al nome del dicastero. “Apprezziamo la scelta di accogliere la nostra proposta di cambiare il nome del Dicastero – ha esordito il presidente Ettore Prandini nel suo intervento alla Fiera zootecnica di Montichiari dello scorso fine settimana – che significa nei fatti un impegno per investire nella crescita del settore, estendere le competenze all’intera filiera agroalimentare, ridurre la dipendenza dall’estero, valorizzare la biodiversità del nostro territorio e garantire agli italiani la fornitura di prodotti alimentari nazionali di alta qualità”.
“La pandemia prima e la crisi energetica ora – ha sottolineato Prandini – hanno dimostrato la centralità’ del cibo e l’ importanza di garantire l’ autonomia alimentare del Paese in uno scenario globale segnato da distorsioni commerciali, accaparramenti e speculazioni che mettono a rischio gli approvvigionamenti“. Dalla Coldiretti sono arrivate anche alcune possibili linee programmatiche che il nuovo Ministero potrebbe seguire per portare avanti lo sviluppo del settore: “ottimizzare l’impiego dei fondi del Pnrr e ammodernare la rete logistica, difendere i 35 miliardi di fondi europei per l’agricoltura, combattere l’etichetta Nutriscore, l’arrivo del cibo sintetico in tavola e gli accordi internazionali sbagliati che penalizzano il Made in Italy ma anche – ha continuato Prandini – fermare l’invasione di cinghiali e realizzare un piano invasi per garantire acqua in tempi di siccità sono gli impegni che ci aspettiamo dal nuovo Governo”. Senza dimenticare il nodo dei rincari energetici, tematica attualmente al centro delle mosse del nuovo esecutivo.
Confagricoltura
“Le più vive congratulazioni tutta Confagricoltura a Giorgia Meloni, prima donna a ricoprire il ruolo di presidente del Consiglio. Al neo ministro dell’Agricoltura e sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, i nostri migliori auguri di un proficuo lavoro – ha dichiarato il presidente dell’Organizzazione, Massimiliano Giansanti –. Siamo certi che condividerà con il mondo agricolo il ruolo strategico dell’agricoltura per l’economia del Paese. Ci attendono sfide importanti e dovremo metterci subito al lavoro per rispondere alle esigenze delle aziende agricole che sono chiamate in questo difficile momento a dare risposte in termini produttivi, alle prese con le insidie dettate dai mercati e dalla situazione geopolitica in atto”.