Milano. Nel pomeriggio di giovedì 15 luglio 2022 agli automobilisti milanesi si è parata di fronte una scena dai tratti surreali, almeno per gli standard frenetici del capoluogo della Lombardia. Una lunga colonna di trattori, alcuni con al seguito rimorchi di vario tipo (cisterne, pianali per il trasporto di animali, attrezzi agricoli), ha sfilato per le vie della città, per protestare contro i rincari che hanno travolto il settore zootecnico italiano e contro le gestione delle quote latte, tematica spinosa che già anni fa aveva portato a una generalizzata protesta nazionale.

A pesare, infatti, sono anche le ingenti multe che sono seguite al mancato rispetto delle quote designate, che rappresentano a tutti gli effetti un’ulteriore scure su un settore già in grande difficoltà. Ma per cui lo Stato, va sottolineato, si è recentemente attivato con l’approvazione di due misure, una che prevede lo stanziamento di 144 mln € direttamente per gli operatori del settore zootecnico, e un’altra da 80 mln € per le filiere collegate.

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La carovana di trattori, in base a quanto riferito dalla Polizia locale di Milano dislocata sulla città con auto e pattuglie su due ruote per ridurre i disagi al traffico cittadino già particolarmente congestionato, è partita dal centro e si è diretta verso la periferia est, verso le campagne di Segrate. Il transito dei mezzi agricoli è stato reso possibile solo grazie al blocco di alcune vie centrali, come viale Tunisia, corso Buenos Aires e Piazza della Repubblica, non lontano dalla Stazione Centrale e dal Pirellone, sede del Consiglio regionale della Lombardia. Ed è proprio alle istituzioni regionali che Roberto Cavaliere, presidente della Copagri Lombardia e dell’APL Pianura Padana, ha lanciato un accorato appello.

“L’obiettivo è sensibilizzare i cittadini, la Regione Lombardia e il Governo sull’importanza di arrivare rapidamente a una soluzione condivisa che consenta di mettere fine a quasi trent’anni di incertezze ai danni dei produttori”, ha esordito Cavaliere. “Nei mesi scorsi abbiamo assistito a una dura azione di riscossione operata dall’Agenzia delle entrate nei confronti degli allevatori, con pignoramenti dei conti correnti e conseguenti effetti devastanti sulla produttività e sulla continuità aziendale. Tali azioni si sono perpetrate nonostante i recenti pronunciamenti della Corte di Giustizia UE, che appena qualche mese fa aveva dichiarato nulle tutte le annate oggetto di prelievi supplementari”.

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