Mercato trattori Italia 2017. L’anno dei trattori di carta
L’accelerazione di fine dicembre – merito o colpa della Mother Regulation... – porta le immatricolazioni a ridosso delle 23 mila unità, con una crescita esaltante del 24 per cento sul 2016. Eppure, il mercato ‘vero’, quello dei mezzi effettivamente venduti, pare essere assai più contenuto. Non c’è pace per il mercato italiano del trattore. Il […]
L’accelerazione di fine dicembre – merito o colpa della Mother Regulation... – porta le immatricolazioni a ridosso delle 23 mila unità, con una crescita esaltante del 24 per cento sul 2016. Eppure, il mercato ‘vero’, quello dei mezzi effettivamente venduti, pare essere assai più contenuto.
Non c’è pace per il mercato italiano del trattore. Il 2017 si chiude con una crescita stratosferica dell’immatricolato (più 24 per cento) e numeri che neppure il più inguaribile ottimista aveva osato sperare. Eppure, di bottiglie aperte di spumante se ne vedono in giro ben poche. Il mercato vola alto, sfiorando quota 23.000 unità. Tra i marchi presenti sul listino italiano – tuttavia – prevalgono i mugugni e le lamentele. C’è un diffuso malcontento e il commento più ricorrente all’annata appena conclusa suona in maniera piuttosto sinistra: «Qualcosa di strano è successo, non fateci dire altro…». Ma cosa è dunque successo?
La spiegazione ufficiale fornita da FederUnacoma è semplice e lineare. «L’impennata negli ultimi mesi dell’anno evidenzia il peso preponderante della Mother Regulation, che ha spinto il mercato oltre ogni previsione. La normativa europea sulle macchine agricole, entrata in vigore a gennaio 2018 (…) ha spinto le industrie costruttrici ad attuare politiche di marketing specifiche per promuovere la vendita degli stock di macchinario già prodotto».
Le spiegazioni fornite dagli addetti ai lavori – a taccuino chiuso – sono decisamente più taglienti e delineano tutt’altra situazione. In comune resta la Mother Regulation, protagonista assoluta e causa scatenante.
Prima della fatidica mezzanotte del 31 dicembre molte macchine invendute sarebbero state immatricolate direttamente dai concessionari o dalle case costruttrici, senza essere fisicamente consegnate ad alcun cliente (o, come chiosa qualcuno, senza essere state ancora del tutto assemblate). Parte di queste macchine, probabilmente, nei prossimi mesi prenderà la via dell’export e non solcherà mai un campo italiano.
Immatricolazioni: 4.000 unità a dicembre
Sia chiaro, la pratica del chilometro zero – in questo caso sarebbe più corretto dire delle zero ore – è già stata adottata in passato e di per sé non può far gridare allo scandalo. Ma un conto è applicarla a qualche decina di macchine; tutt’altro discorso è se le decine diventano migliaia. Diamine, nella storia recente del nostro Paese dicembre è un mese da mille trattori; non da quattromila!
Sempre a microfoni rigorosamente spenti sono volate parole grosse: c’è chi ha parlato di immatricolazioni di ‘carta’, ‘drogate’, ‘fantasma’. E il 2017 è stato eletto come ‘l’anno dei furbi’. Un anno che ‘si è concluso a novembre’; il resto è materia per illusionisti.
A conferma di una situazione, per così dire anomala, singole provincie o realtà territoriali ancora più circoscritte hanno registrato picchi mostruosi delle immatricolazioni (2.000 macchine in più rispetto al 2016, per dare un’idea). Qualcuno si è anche domandato dove possano stare fisicamente tutti questi trattori, dal momento che ci vorrebbe un piazzale di qualche ettaro per contenerli…
Allo stesso modo, ci sono singole regioni (questo è un dato non più ufficioso ma ufficiale, essendo fornito dal Ministero) che hanno beneficiato di una crescita difficile da spiegare per la sua entità.
Ad esempio, l’Emilia Romagna che chiude il 2017 con un clamoroso incremento del 63 per cento; quella stessa Emilia che nei primi 9 mesi del 2017 registrava un tasso di crescita di soli 14 punti percentuali.
Dunque – ed è la prima volta che capita a questo settore dell’economia – il 2017 presenta una sorta di ‘doppio bilancio’. Il primo, con il timbro del Ministero, che riguarda le immatricolazioni registrate; il secondo che prova a quantizzare le dimensioni reali del costruito-venduto-consegnato. Tra i due si apre un baratro.
L’entità della distorsione varia nelle stime – a seconda delle fonti interpellate da Trattori – da un paio di migliaia di unità per spingersi fino a 3.000/3.500. Il mercato ‘vero’ e tangibile di trattori messi in servizio sui campi italiani, si ridurrebbe così a 19-20 mila macchine. Siamo sempre in terreno positivo, ma con un tasso di crescita più spiegabile rispetto a quel 24 per cento saltato fuori a fine anno. Solo per dare un’idea, è come se nel mercato nazionale delle auto ballassero 350 mila unità!
La realtà è ben diversa
Questa premessa serve a dire che i dati 2017 vanno presi con particolare leggerezza. Le stime di Trattori non possono che riferirsi al mercato “gonfiato”, quello delle quasi 23 mila unità registrate, e proprio per questo vanno interpretate con estrema cautela, senza gridare all’impresa o alla disfatta in presenza di forti rialzi o ribassi delle quote.