Il mercato trattori e dei mezzi agricoli galoppa. Gli incrementi record registrati nel primo trimestre si confermano anche a metà anno con una crescita delle immatricolazioni di trattori del 52 per cento e un consistente balzo in avanti anche per tutte le altre tipologie di macchinari. È quanto emerso dall’assemblea generale di FederUnacoma, svoltasi a Palazzo di Varignana (BO) lo scorso 19 luglio.

Mercato trattori e macchine agricole, è boom in tutta Europa

Per il mercato trattori, secondo i dati elaborati sulla base delle registrazioni fornite dal Ministero dei Trasporti, sono infatti oltre 12.500 i trattori immatricolati da gennaio a fine giugno e 229 le mietitrebbie vendute con una crescita del 64 per cento rispetto al 2020. Bene anche le trattrici con pianale di carico le cui consegne sono lievitate del 31 per cento a fronte di 327 unità vendute e i rimorchi, anch’essi in ascesa con 4.770 immatricolazioni che corrispondono a una crescita del 40 per cento.

Non si ferma infine il boom dei telescopici che mostrano un attivo dell’85 per cento in virtù di 755 macchine vendute. L’euforia non si arresta ai confini del Bel Paese; i trend positivi riguardano anche i principali mercati del Continente con la Germania in crescita nei primi cinque mesi del 15 per cento, la Francia del 26 per cento, la Spagna del 42 e l’Inghilterra del 21 per cento. E il resto del mondo non sta a guardare. Nel periodo gennaio-maggio gli Stati Uniti sono cresciuti del 26 per cento, il Canada ha incrementato le vendite del 51 per cento, la Turchia dell’81 e l’India del 67 per cento.

Nel 2021 le vendite potrebbero sfiorare le 25mila unità

Uno scenario a dir poco idilliaco per i costruttori di macchine agricole, non fosse per l’incessante aumento dei prezzi delle materie prime che mette seriamente a rischio produzioni e margini (ne abbiamo abbondantemente parlato nello scorso numero). Tenendo questo ritmo, e l’ipotesi è più che plausibile visto che le previsioni danno il mantenimento del trend positivo anche nella seconda parte dell’anno, il mercato trattori in Italia potrebbe chiudere il 2021 attorno alle 25 mila unità, un risultato impensabile fino a pochi mesi fa (la media ‘reale’ degli ultimi anni si attesta a circa 18.500 mezzi).

Un exploit dovuto in parte al recupero di mercato rispetto al primo semestre 2020, caratterizzato dagli effetti del lockdown, ma soprattutto a un’effettiva ripresa degli investimenti e agli incentivi fiscali, in particolare quelli per i macchinari con dispositivi 4.0.

Alessandro Malavolti, presidente di FederUnacoma

Mercato trattori, il ruolo degli incentivi

In effetti sono molteplici le agevolazioni in alcuni casi cumulabili in atto dal 2020 per favorire l’acquisto di trattori e macchine agricole. Fra queste, oltre ai finanziamenti previsti dai Piani di Sviluppo Rurale, c’è il bando Inail per finanziamenti a fondo perduto alle imprese che decidano di investire in nuovi macchinari agricoli, le cui risorse messe a disposizione sono all’incirca 200 milioni di euro.

C’è poi il credito d’imposta al 50 per cento dell’investimento per macchine agricole con tecnologia 4.0 previsto dalla Legge di Stabilità 2020 e reiterato nel 2021. All’elenco si aggiunge la nuova Sabatini che è stata rifinanziata per il periodo 2020-2025 e per un importo complessivo di 540 milioni di euro (dei quali 105 milioni destinati nel 2021) e prevede un contributo a parziale copertura degli interessi pagati sul finanziamento (7,7 per cento su macchine agricole ordinarie, 10 per cento su macchine agricole 4.0 e 15,4 per cento su macchine agricole 4.0 per le micro e piccole imprese ubicate nelle regioni del Sud) e il Credito del Mezzogiorno, prorogato nella Legge di bilancio 2021 fino al 31.12.2022 per le regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo.

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Ecco che a dispetto di anni di magra, in cui per usufruire di qualche ‘stimolo’ finanziario bisognava districarsi nei Psr o sperare in una ‘rottamazione’, oggi gli strumenti per incentivare gli acquisti sono ben definiti e accessibili col conseguente boost al mercato.

«Questa positiva congiuntura non deve alimentare l’idea che il nostro settore possa essere una sorta di ‘isola felice’ al riparo dai problemi che gravano sull’economia generale – ha aggiunto Malavolti. Non possiamo infatti sottovalutare, oltre ai rischi legati alla pandemia in quanto tale, i fattori critici legati ai cambiamenti nelle rotte commerciali e nella logistica, e alle interruzioni nella catena degli approvvigionamenti. Sui bilanci aziendali pesa anche l’incremento dei costi dell’energia e delle materie plastiche e ferrose impiegate nella fabbricazione delle macchine. Il prezzo medio delle materie prime per l’industria risultava in crescita di oltre il 20 per cento a marzo di quest’anno rispetto al gennaio 2020, con quotazioni particolarmente alte per il settore della meccanica (più 40 per cento)».

Il problema dei redditi

Senza poi contare la situazione finanziaria delle imprese agricole, coloro che in definitiva le macchine le comprano. Se è vero che per conseguire i nuovi obiettivi agro-ambientali il parco macchine deve essere rinnovato in maniera sistematica, è vero anche che le nostre imprese guadagnano sempre meno. Dopo anni di erosione costante dei margini, anche nel 2020 si è evidenziato un risultato negativo; secondo i dati Eurostat a fronte di una contrazione media dei redditi agricoli in Europa dell’1,5 per cento, l’Italia segna un calo del 4,9, un dato che pesa soprattutto se rapportato alla qualità delle produzioni nazionali.

«Questo trend – ha commentato Malavolti – grava su un tessuto produttivo che, a causa delle ridotte dimensioni medie aziendali (circa 11 ettari), fatica a praticare economie di scala e ad ammortizzare gli investimenti, e che presenta uno scarso ricambio generazionale (oltre il 40 per cento dei titolari d’impresa ha un’età superiore ai 65 anni), un elemento questo che pone un freno anche di tipo culturale all’acquisizione di nuovi modelli gestionali».

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Il ruolo del mercato dell’usato

Ecco spiegata l’inarrestabile ascesa del mercato dell’usato che viaggia a velocità doppia rispetto al nuovo. Nel 2020 a fronte di 17.944 trattori nuovi si sono registrati 38.974 compravendite di mezzi usati con un incremento dal 2014 a oggi del 57 per cento. E stiamo parlando di veicoli con un’età media superiore ai vent’anni quindi non solo ‘inadeguati’ dal punto di vista ambientale, ma spesso e volentieri anche privi dei requisiti minimi di sicurezza. Con il tasso attuale di ricambio dei trattori nuovi per sostituire interamente i circa due milioni di vecchi mezzi attualmente circolanti occorrerebbe non meno di un secolo!

A questo invecchiamento del parco concorre anche la mancata attuazione del provvedimento per la revisione obbligatoria che risulta ancora inattivo per mancanza dei decreti attuativi. Tutte le misure sopra citate per favorire il ricambio dei macchinari in ottica compatibile con gli obiettivi del Green Deal europeo sono secondo FederUnacoma un tassello fondamentale che sicuramente sta dando un buon impulso nell’immediato ma devono essere inserite in un quadro programmatico preciso a lungo termine che preveda il potenziamento dell’intervento pubblico che innalzi la meccanizzazione a strumento fondamentale del nuovo ‘green’, e un aumento delle risorse finanziarie che vada ben oltre i 500 milioni di euro ripartiti in sette anni predisposti dal PNRR a oggi per il sostegno alla meccanizzazione.

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