Mercato trattori 2022, il calo è corposo. Ma alcune note sono positive. Ecco la classifica
Come ampiamente previsto il mercato trattori in Italia ha fatto un passo indietro rispetto al 2021. Il calo è del 17 per cento che equivale a oltre 4 mila macchine in meno. Le 20.212 unità immatricolate nel 2022 rappresentano comunque un valore superiore rispetto alla media degli ultimi anni pre covid in cui la richiesta non superava i 18.500 mezzi
Mercato trattori 2022: un calo atteso ma fondamentalmente causato più dal dilatarsi dei tempi di consegna che da una drastica riduzione della domanda. Sostanzialmente nessun brand ha accusato nel 2022 una forte diminuzione del portafoglio ordini, anzi, ma tutti hanno sofferto a livello di supply chain prolungando di mesi i tempi di consegna.
Sulla stessa linea d’onda FederUnacoma: «il passivo rispetto all’anno precedente è in parte fisiologico, a fronte di un 2021 senza precedenti (in cui si era registrato un più 36% per i soli trattori). Anno in cui erano stati messi a segno valori impossibili da eguagliare nel 2022, caratterizzato peraltro da ritardi nella catena delle forniture che hanno ridotto i ritmi di produzione delle case costruttrici».
Mercato trattori 2022, il nodo delle consegne in ritardo
Ecco che molte macchine che avrebbero potuto essere immatricolate entro dicembre saranno di fatto consegnate quest’anno creando di conseguenza una scia ‘positiva’ che caratterizzerà sicuramente i primi sei mesi del 2023. Anche perché fortunatamente la misura che prevede il rimborso fino al 40% dell’investimento effettuato, contenuta nel cosiddetto Credito d’Imposta 4.0, è stata estesa anche al 2023 per chi ha sottoscritto un contratto d’acquisto pagando il 20 per cento di acconto entro fine 2022.
Non dimentichiamo poi che proprio il boost dell’incentivo fiscale ha fatto si che la maggior parte degli acquisti degli ultimi due anni fossero rivolti verso trattori tecnologicamente avanzati e di potenza medio alta, favorendo da un lato un importante ricambio del parco macchine e dall’altro aumenti di fatturato a prescindere dalle variazioni di quota di mercato.
Tutto ciò tenendo naturalmente conto dell’aumento dei costi di produzione e del conseguente incremento dei prezzi di listino. Ecco dunque che cali in alcuni casi anche importanti di share fanno meno paura di quanto accadrebbe in ‘tempi normali’. Le incertezze rigurdano piuttosto la seconda metà dell’anno in corso quando la domanda di attrezzature 4.0 potrebbe effettivamente esaurirsi e non ci sono veri segnali di miglioramento dal punto di vista congiunturale, crisi delle materie prime e conflitto in Ucraina in primis.
La classifica, marchio per marchio
Tornando al 2022 ha prevalso dunque il rosso ma va segnalato qualche risultato quasi sorprendente alla luce di quanto esposto sinora. È il caso in particolare del gruppo Agco che supera per la prima volta da quando è presente sul suolo italiano la quota del 15 per cento. Fendt e Massey Ferguson assorbono di fatto l’urto perdendo molto meno della media del mercato e Valtra cresce addirittura di 140 macchine issandosi al 3,4 per cento. Bene anche John Deere che sfiora il 10 per cento di share e Kubota che sale di quasi un punto. Sostanziale pareggio per Antonio Carraro, Claas, Carraro Agritalia, Gruppo BCS e Goldoni. Sul fronte del meno, calo in quota superiore al 2% per Cnh Industrial e SDF, con Argo Tractors che contiene il passivo all’1,38%.